Avatar – Il blockbuster ambientalista d’autore firmato James Cameron

L’acclamato regista James Cameron, autore di pellicole monumentali come Titanic e Terminator, fonde ancora una volta in Avatar spettacolarità e critica sociale narrando le vicende del marine Jake Sully, alias Sam Worthington, il quale viene impiegato in una missione sul pianeta Pandora, un luogo prezioso per trovare nuove fonti di energia.

In questo futuro distopico che vediamo nel film infatti la terra ha esaurito gran parte dei giacimenti minerari e metalliferi. Il nostro protagonista andrà, in sostituzione del fratello deceduto, in avanscoperta sul pianeta sottoforma di avatar, ovvero un ibrido creato in laboratorio con geni umani ma privo di coscienza propria, al fine di ovviare al problema della tossicità presente sul satellite in questione. In questo modo Jake diventerà amico degli indigeni Na’vi col bieco interesse di valutare se sia possibile colonizzarli o meno.

Nella pellicola, uscita al cinema nel 2009, per l’ennesima volta viene messa in risalto la crudeltà dell’essere umano che dopo aver rovinato il pianeta Terra cerca con arroganza e superficialità di distruggere un altro corpo celeste prendendosi ignobilmente gioco di forme di vita innocue e pacifiche. Anche il tema della malattia è presente in questa opera; il protagonista infatti si trova in sedia a rotelle. Questo esperimento a cui si sottopone lo farà rinascere sotto tutti i punti di vista; segno che la tecnologia e le nuove scoperte scientifiche, se usate in modo ponderato, possono migliorare significativamente la qualità di vita di un uomo.

Costato la bellezza di 237 milioni di dollari questo blockbuster d’autore è arrivato ad incassare l’imponente cifra di 2.8 miliardi di dollari in tutto il mondo, diventando il film più remunerativo della storia del cinema. La pellicola inoltre ha avuto, per volontà dello stesso Cameron, un’ ampia diffusione nel formato 3D e 3D IMAX oltre a quello tradizionale, in quanto il regista di numerosi sequel come Rambo 2 – La vendetta e Aliens – Scontro finale, ha dichiarato di aver concepito Avatar come opera da ammirare in tre dimensioni.

Il film nel 2010 si è meritatamente aggiudicato tre premi Oscar rispettivamente per la miglior fotografia, la miglior scenografia e i migliori effetti speciali. Sull’onda di questo successo mondiale James Cameron annunciò che molto probabilmente verranno realizzati quattro seguiti di questa entusiasmante e avventurosa epopea fantascientifica. Si spera che questi ulteriori capitoli non finiscano per svilire la bellezza di un capolavoro che poteva in realtà concludersi anche con questo primo atto.

Molti artisti illustri negli anni hanno infatti commesso l’errore di, come si suol dire, allungare troppo il “brodo” servendosi di spin-off, prequel e reboot spesso inutili e vacui, col solo scopo di “fare cassetta”. Esempi eloquenti sono Peter Jackson, J.K. Rowling e Robert Zemeckis; il primo è infatti reo di aver voluto proporre una trilogia prequel de Il Signore degli anelli senza però, a detta di molti, riuscire ad eguagliarne i fasti. La Rowling, dal canto suo, si è prestata a contribuire alla realizzazione della saga di Animali fantastici, un vero e proprio spin-off di Harry Potter che, a causa della trama confusionaria e di alcuni personaggi poco incisivi non ha reso giustizia, almeno finora, al celebre mago incarnato da Daniel Radcliffe e al suo mondo pieno di incantesimi.

Infine Zemeckis, vincitore nel 1995 del premio Oscar come miglior regista per il film Forrest Gump, ha, a mio avviso, voluto prolungare troppo le vicende di Ritorno al futuro, vera e propria pietra miliare del cinema anni ’80 che nell’ultimo capitolo della trilogia secondo il mio modesto parere scade vagamente nel ridicolo limitandosi a scimmiottare i film Western.

Anche George Lucas e Sylvester Stallone trovo che abbiano tirato troppo la corda; il primo riproponendoci Guerre stellari e Indiana Jones in tutte le salse e Stallone interpretando innumerevoli volte nell’arco di circa trent’anni le sue creature che gli hanno dato maggiore popolarità, ovvero Rocky e Rambo, che però ad oggi risultano essere personaggi inflazionati.

Ma non possiamo non riporre la nostra fiducia in James Cameron, un autore lungimirante e illuminato e al suo modo di fare cinema, che, come ha affermato la giornalista Tina Porcelli, consiste nella contaminazione dei generi, in modo tale da non confinarli più in categorie definite. Cameron ha dimostrato inoltre di avere un legame fondamentale con il mare, la luce, l’acqua e le macchine, tutti elementi che finiscono per essere chiavi di lettura nella sua filmografia; in True lies ad esempio nel mare si manifesterà una vera e propria esplosione nucleare. Ha affermato infatti che Avatar 2 verrà girato negli abissi di Pandora.

È proprio il caso di dire inoltre che a volte la realtà supera la fantasia. Pensate infatti che l’enorme popolarità del film e la sua complessità scenica hanno ispirato il paleontologo Xiaolin Wan a battezzare un nuovo genere di pterosauro in onore del film: “l’Ikrandraco avatar”; chiamato così in onore delle cavalcature volanti di Pandora, in quanto anch’esso è provvisto di una curiosa cresta ossea nella mascella inferiore.

Il seguente aforisma del noto artista statunitense Andy Warhol sintetizza pienamente il significato dell’ opera in questione: “Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.”

A questo punto non posso fare altro che indurvi ad andare in sala a vedere Avatar – La via dell’acqua che uscirà al cinema in questi giorni di fine 2022. Riuscirà Cameron a bissare l’exploit del primo capitolo di questa vera e propria saga sci-fi?!


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