The Fabelmans – Lo spettacolare amarcord di Steven Spielberg

Il 18 dicembre si festeggia il compleanno di Steven Spielberg, un vero e proprio titano del cinema capace di realizzare bellissime opere di tutti i generi. Caso vuole che nello stesso giorno in cui il regista statunitense premio Oscar ha compiuto settantasei anni io sia andato a vedere in anteprima The fabelmans, il suo ultimo lavoro.

The Fabelmans, l’ultimo film di Steven Spielberg.

In questo romanzo di formazione cinefilo il regista di Schindler’s list e Il colore viola racconta la sua infanzia, la sua adolescenza e di come si è innamorato del cinema. Il film infatti si apre con il piccolo Sammy Fabelman (alter ego di Spielberg) che per la prima volta all’età di sei anni va a vedere un film sul grande schermo. Il bambino inizialmente è spaventato da questa cosa per lui nuova, ma il padre Burt (Paul Dano) e la madre Mitzi (Michelle Williams) riusciranno a rassicurarlo e a convincerlo ad andare in sala. Dopo quest’episodio la vita di Sammy cambierà radicalmente.

The Fabelmans è una vera e propria lettera d’amore di Spielberg indirizzata alla sua famiglia e a quello che è diventato il suo mestiere. Una divina Michelle Williams interpreta la mamma irrazionale del futuro regista. Mitzi, una pianista classica mancata, trasuda arte da tutti i pori. Paul Dano, invece, simboleggia la parte razionale della famiglia. Burt è un brillante ingegnere che non riesce a comprendere fino in fondo la passione di Sammy, relegandola a semplice hobby.

Quest’opera omaggia mostri sacri della Settima Arte come Cecil B.DeMille e John Ford e mostra allo spettatore l’importanza incontrovertibile che ha avuto, che ha e che avrá sempre il cinema nelle nostre vite. Un’arte questa capace di dissimulare, di svelare, di migliorare l’essere umano e allo stesso tempo in grado di peggiorarlo. In sintesi, l’intramontabile invenzione dei fratelli Lumière ci fa sognare ed è più attinente alla realtà di quanto si creda. Su questo Spielberg è esplicito.

Sarà proprio montando un banale e apparentemente innocuo filmino sulle vacanze che il giovane Sammy scoprirá il terribile segreto riguardante la sua famiglia. Pertinente a tal proposito risulta il seguente aforisma del noto regista italiano Michelangelo Antonioni, padre del cinema dell’incomunicabilità: “Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà“.

The Fabelmans s’interroga anche su cosa voglia dire essere un artista. In una scena molto significativa della pellicola lo zio di Mitzi spiegherà al giovane Sammy che scegliere di essere diversi ha un prezzo. Assistendo alla sequenza si ha quasi l’impressione che lo Spielberg di oggi parli allo Spielberg di ieri. La stessa Mitzi spronerà il figlio ad inseguire i suoi sogni ad ogni costo.

In una delle scene più toccanti del film infatti il personaggio incarnato dalla Williams dirá al figlio di ascoltare il cuore per compiere le scelte che fará, in quanto la vita è sua e non la deve a nessuno, neanche a chi gliel’ha data. Aggiungerá inoltre che il rimorso è un sentimento sprecato.

Michelle Williams è la straordinaria madre del protagonista Sammy Fabelman.

Nella sua ultima fatica Spielberg non rinuncia ad una sana dose d’ironia di stampo alleniano con la quale affronta il delicato tema dell’antisemitismo. Nel corso degli anni i registi più importanti non hanno resistito alla tentazione di portare sul grande schermo la propria storia personale. Il capostipite fu Federico Fellini con Amarcord, poi ci sono stati Allen con Radio Days, Tornatore con Nuovo Cinema Paradiso, Sorrentino con È stata la mano di Dio, Almodóvar con Dolor y gloria e tanti altri.

Era inevitabile dunque che colui che da molti viene definito come il pioniere del blockbuster moderno prima o poi realizzasse il proprio biopic. E menomale che lo ha fatto perché The Fabelmans è un capolavoro intimo e personale di un uomo speciale. Quest’ultimo ricorda a tutti noi che il cinema sarà sempre il più grande spettacolo del mondo.


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