Le otto montagne – L’amicizia è una vetta da raggiungere

Il 26 dicembre 2022 al Cinema Portico di Firenze è venuto Alessandro Borghi a presentare Le otto montagne, l’ultimo film nel quale ha lavorato.

Il talentuoso attore romano si è concesso ad un’intervista di mezz’ora in cui ha parlato di un’esperienza unica. Il vincitore del David di Donatello come miglior interprete protagonista per Sulla mia pelle si è messo a nudo dinanzi al pubblico rispondendo sinceramente alle domande.

Alessandro Borghi ha detto di essere rimasto folgorato dalla lettura del romanzo omonimo di Paolo Cognetti da cui Le otto montagne è tratto e di aver da subito cercato di portarlo sul grande schermo. I diritti però erano stati acquisiti da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, due registi belgi che avrebbero potuto tranquillamente fare il film ad Hollywood. La scelta invece è caduta sul nostro paese e per i ruoli dei due protagonisti si è optato per Luca Marinelli e Alessandro Borghi, i quali avevano già mostrato tutto il loro affiatamento nel bellissimo Non essere cattivo di Claudio Caligari.

Nelle parole di Borghi la pellicola in questione è molto fedele al libro, sia riguardo alla trama che al ritmo cadenzato da cui è permeata. Quello che da molti è stato definito come il Christian Bale italiano per merito del suo proverbiale trasformismo ha poi affermato che la montagna ti restituisce la giusta dimensione delle cose, facendoti comprendere che tutti indistintamente necessitiamo degli altri.

Le otto montagne racconta la storia del rapporto di fratellanza che s’instaurerá tra Pietro (Luca Marinelli) e Bruno (Alessandro Borghi). Il primo viene dalla città e da piccolo durante l’estate viene portato dai genitori in montagna dove abita appunto Bruno, un bambino del posto. I due nel corso della vita si troveranno per poi perdersi, finendo per ritrovarsi di nuovo.

Alessandro Borghi e Luca Marinelli in una scena de Le otto montagne
Alessandro Borghi e Luca Marinelli in una scena del film

Girato in 4:3 per sublimare la sensazione di verticalità data dalla location montanara, questo lungometraggio diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è un vero e proprio inno all’amicizia autentica. Ovvero quel sentimento di amore e al contempo di rispetto tra due individui.

Pertinente a tal proposito risulta essere il seguente aforisma del noto filosofo francese Albert Camus: “Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminarmi davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.”

Marinelli e Borghi sono straordinari nei panni di due individui che, pur essendo agli antipodi per estrazione sociale, non possono fare a meno l’uno dell’altro. Il primo offre una performance fortemente emotiva mentre Borghi lavora maggiormente di sottrazione, regalando allo spettatore una recitazione asciutta e a tratti borderline. Meritevoli di essere menzionati sono anche Filippo Timi ed Elena Lietti, i quali incarnano rispettivamente il padre e la madre di Pietro. Timi interpreta magistralmente un uomo che si sente se stesso solamente quando è in alta quota. La Lietti invece ha un ruolo più marginale ma non per questo privo di importanza e di mordente.

La montagna è un vero e proprio personaggio della storia e ci ricorda di quanto siamo “piccoli” al cospetto della natura. Non è un caso che la pellicola presenti pochissimi primi piani e numerosi campi lunghi. Le otto montagne è, sotto certi aspetti, un romanzo di formazione ancestrale sull’esistenza di ognuno di noi. Nella pellicola infatti sono presenti tutte le tappe che un essere umano deve affrontare. Ma c’è un altro tema portante di quest’opera, ed è quello della comfort zone. Uno dei due protagonisti infatti non riesce ad uscirne.

Pertinenti a riguardo risultano le seguenti parole del noto sceneggiatore statunitense Alan Alda: “Devi lasciare la città del tuo comfort e andare nel deserto della tua intuizione. Quello che scoprirai sarà meraviglioso; quello che scoprirai sarà te stesso.” Consiglio dunque spassionatamente a tutti voi di andare a vedere una storia che, pur essendo girata in Valle d’Aosta, vi scalderà il cuore.

Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, con l’ausilio dello stesso Cognetti in fase di sceneggiatura, inducono tutti noi a scendere dall’altissimo monte Sumeru per andare ad esplorare Le otto montagne.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *