Tár – Todd Field torna dietro la macchina da presa.

A distanza di diciassette anni da Little Children, Todd Field torna dietro la macchina da presa per realizzare Tár, un film incentrato sulla figura di una direttrice d’orchestra potente ed estremamente dotata che è solita manipolare coloro che le gravitano intorno. Fino a che un avvenimento improvviso inizierà a minare la credibilità e la sicurezza della donna.

Cate Blanchett, in odore di Oscar per questa performance, incarna magistralmente un’artista dal talento sconfinato abituata a sopraffare tutti quelli che conosce.
Lydia Tár si va ad aggiungere alla galleria di personaggi controversi e fascinosi interpretati dall’instancabile attrice australiana. Elisabetta I d’Inghilterra in Elizabeth, Katharine Hepburn in The Aviator, Jeanette Francis in Blue Jasmine, Barbara Covett in Diario di uno scandalo e Carol Aird in Carol sono degli esempi eloquenti.

Analisi

Tár, al netto di una monumentale Blanchett, è una pellicola per certi versi deludente. La durata del film infatti risulta eccessiva. Alcuni dialoghi appaiono verbosi. Spesso le conversazioni dei personaggi vertono su tecnicismi musicali che obiettivamente non possono coinvolgere spettatori che non siano musicisti.

Diciamo la verità, l’ultima fatica di Field si regge interamente sulle spalle di Cate Blanchett; una delle sette attrici nella storia ad aver vinto il premio Oscar sia come miglior attrice protagonista che come attrice non protagonista. Completano il cast di questo lungometraggio interpreti bravissimi come Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong, Sylvia Flote e tanti altri.

Non tutto è da buttare in Tár, sia chiaro. L’analisi sul potere e il tema del ricatto sessuale che rievoca il fantasma di Weinstein e del Me Too sono elementi molto interessanti e stimolanti per il pubblico. Il punto è che il regista di In the Bedroom si è “accontentato” di portare in sala un’opera patinata che, visti gli argomenti trattati, poteva permettersi di essere maggiormente anticonformista.

Il seguente aforisma del rinomato scrittore italiano Fabrizio Caramagna é decisamente correlato al significato più recondito di Tár:

Il potere può resistere alla diffidenza, all’insoddisfazione, alla rabbia, ma non al risveglio delle coscienze.

Tár – alcune tematiche interessanti

Un punto di forza della pellicola in questione è rappresentato dal fatto che sia una donna ad avere il comando su tutti. In un periodo storico come quello che stiamo attraversando, in cui la Settima Arte è solita raccontare storie in cui vengono commessi abusi sulle donne, mettere in scena una vicenda in cui avviene il contrario è indubbiamente un atto di coraggio. È in questo modo, infatti, che si mettono sullo stesso piano uomini e donne, non facendo leva su sterili pietismi.

Tár descrive inoltre mirabilmente quella gogna mediatica alla quale in taluni casi i personaggi dello spettacolo non possono loro malgrado sottrarsi. Il film mostra come questo avvenimento sia peggiorato in maniera esponenziale con l’avvento dei social.

In definitiva mi sento di asserire che, pur avendo momenti notevoli, Tár è un lungometraggio riuscito solo a metà che pensa principalmente a mettere in risalto le doti interpretative di una diva del cinema mondiale: Cate Blanchett.

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