L’ultima notte di Amore – Lo Spaghetti-noir di Andrea Di Stefano

Dopo Escobar e The Informer – Tre secondi per sopravvivere, Andrea Di Stefano torna dietro la macchina da presa per portare sul grande schermo L’ultima notte di Amore. La suddetta pellicola ha come protagonista Franco Amore (Pierfrancesco Favino), un poliziotto buono e onesto arrivato, dopo trentacinque anni di servizio, alla soglia della pensione.

In occasione del suo congedo, la moglie Viviana (Linda Caridi) gli preparerà una festa a sorpresa. In questa circostanza Franco verrà richiamato in servizio a causa di un grave fatto. Non chiedetemi di raccontare di più, il rischio spoiler è dietro l’angolo.

L’ultima notte di Amore lo si può definire come uno Spaghetti-noir che strizza l’occhio a veri e propri maestri della Settima Arte come David Lynch, Michael Mann, Fernando Di Leo e Mario Bava fra i tanti. Quest’ultima fatica di Di Stefano è un vero e proprio film di genere con tutti gli stilemi del caso che non tralascia mai l’aspetto psicologico dei personaggi principali.

L’ultima notte di Amore – il cast

Pierfrancesco Favino è ancora una volta monumentale nei panni di un uomo ordinario, invischiato suo malgrado in un affare più grande di lui. Franco Amore, infatti, è una persona comune che riesce a diventare “eroe” solamente quando gli vanno a minacciare ciò che ha di più caro. È solo in questo caso che trova gli strumenti e le armi per fronteggiare ciò che mina i suoi affetti. Un po’ come succedeva in capolavori del nostro cinema del calibro di Tutti a casa, Una vita difficile, Un borghese piccolo piccolo e Il generale Della Rovere, per citarne alcuni.

Linda Caridi non è da meno nell’incarnare una donna innamorata, pronta a tutto pur di difendere il suo uomo. Un ruolo sanguigno quello dell’attrice milanese che ricorda le grandi interpreti del cinema italiano.

Completano il cast i bravissimi Francesco Di Leva, già al fianco di Favino nel bellissimo Nostalgia di Martone, Antonio Gerardi e Wang Fei fra i tanti.

Ambientazione e significati

La scelta della location in questa pellicola non è affatto casuale. Milano è un autentico personaggio del lungometraggio e simboleggia l’opulenza che porta gli individui indigenti a commettere errori, in quanto quest’ultimi non si sentono all’altezza della società che li circonda. E una cosa così, oggigiorno, può capitare solo a Milano.

L’ultima notte di Amore mostra anche la disonestà in tutte le sue forme. Ogni personaggio del film, infatti, eccetto il bambino, presenta un lato oscuro. L’opera in esame ricorda allo spettatore che il confine tra bene e male è più labile di quanto si creda.

Un applauso va alla suggestiva colonna sonora che indubbiamente accresce in maniera considerevole il pathos che permea questo noir metropolitano. Il seguente estratto del romanzo Mondo senza fine di Ken Follett risulta decisamente correlato con il significato più recondito de L’ultima notte di Amore:

Siamo capaci tutti di essere buoni quando non ci costa nulla. Ma quello non conta. È quando hai una voglia tremenda di comportarti male, quando stai per guadagnare una fortuna grazie a un affare disonesto, o stai per baciare le belle labbra della moglie del vicino, o stai per mentire per cavarti da un grosso guaio… è in quei momenti che servono le regole.

In definitiva, mi sento di asserire che l’ultima fatica di Di Stefano è un bellissimo film adrenalinico che fa riflettere e induce lo spettatore a entrare fortemente in empatia con i protagonisti. Signore e signori, questo significa fare cinema!

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