Carnage, film del 2011 diretto da Roman Polański, ha rinverdito i fasti del cosiddetto cinema “da camera”. Nell’ultimo decennio numerosi registi italiani hanno utilizzato questo vero e proprio genere della Settima Arte come paradigma per realizzare pellicole ben riuscite. Dobbiamo parlare di Sergio Rubini, Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, Il nome del figlio di Francesca Archibugi e il più recente Vicini di casa di Paolo Costella sono degli esempi eloquenti.
Stefano Cipani, dopo aver diretto Mio fratello rincorre i dinosauri, si aggiunge alla lista dei suddetti registi per portare sul grande schermo Educazione fisica.
Educazione fisica – la trama
Questo lungometraggio, ambientato quasi interamente dentro una palestra scolastica, vede come protagonisti quattro genitori convocati dalla preside a causa di un fatto increscioso che riguarda i rispettivi figli. Franco (Claudio Santamaria), il padre di Cristian, compra e vende immobili e intrattiene una relazione clandestina con la bella Carmen (Raffaella Rea), a sua volta madre di Giordano. Aldo (Sergio Rubini) e Rossella (Angela Finocchiaro) invece sono i genitori adottivi di Arsen, il terzo ragazzo. I tre sono accusati dello stupro di una compagna di scuola.
Quest’ultima fatica di Cipani appare come un autentico gioco al massacro in cui i personaggi verranno smascherati. La situazione che si creerà infatti porterà gli individui che popolano questo dramma a palesare il loro istinto più atavico e “basso”. Fatta eccezione per la preside, interpretata da Giovanna Mezzogiorno.
Tratto dal testo teatrale La palestra di Giorgio Scianna e riadattato per il cinema dai fratelli D’innocenzo, Educazione fisica lo si può considerare come un Carnage sociologico che fotografa impietosamente la crisi delle istituzioni e di un’intera generazione. Non si salva nessuno infatti in questo film. I figli compiono un’atrocità, gli adulti cercano in tutti i modi di difenderli, mettendo a tacere la propria coscienza e la preside invece di contattare le forze dell’ordine commette l’errore di chiamare i genitori.
Analisi e significati
Sempre più spesso nella società odierna vediamo un’eccessiva tolleranza nei confronti dei figli. Forse questi padri e queste madri in realtà stanno difendendo se stessi. Anche perché questo modo di comportarsi danneggia i ragazzi impedendo loro di crescere.
Pertinente a tal proposito risulta essere il seguente aforisma del noto scrittore spagnolo Javier Marìas:
Cipani alla sua seconda prova da regista denuncia un modo malato di amare una persona. Un amore che non può che sfociare in ossessione. Tema accarezzato già da Virzì ne Il capitale umano e ripreso in mano anche da Ivano De Matteo ne I nostri ragazzi.
Educazione fisica, inoltre, parla anche della denigrazione nei confronti dei genitori acquisiti. La realtà è che non esistono genitori “veri” e genitori “finti”, esistono persone capaci di amare, educare e, quando serve, capaci di dire no!
Questo nuovo lavoro di Cipani funziona in primis per l’immensa bravura degli attori, i quali, nonostante il tono esasperato della maggior parte delle scene, riescono mirabilmente a non andare mai sopra le righe. Il ritmo della pellicola è incalzante e sono presenti dei plot twist affatto banali. Per certi versi, sembra di assistere a un thriller a tinte horror. Consiglio dunque a tutti di andare al cinema a vedere Educazione fisica. Il seguente aforisma della celebre attivista statunitense Marian Wright Edelman ne riassume il significato più recondito: “Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere”.
Leggi anche: L’ultima notte di Amore – Lo Spaghetti-noir di Andrea Di Stefano
Lascia un commento