A distanza di sette anni da La legge della notte, Ben Affleck torna dietro la macchina da presa con Air, per raccontare la genesi delle Air Jordan, da sempre uno dei modelli di scarpe di punta della Nike.
Air – la trama
La vicenda è ambientata nel 1984, anno in cui Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti e la Apple lanciava sul mercato il suo primo Macintosh. Le principali marche sportive si stanno accaparrando i giocatori migliori della NBA. Michael Jordan, astro nascente del basket, sta cercando il proprio sponsor. Solamente su una cosa è certo, non cederá mai a qualsivoglia offerta avanzata dalla Nike. Quest’ultima rispetto ad Adidas e Converse è in palese regressione.
Per questo motivo Phil Knight (Ben Affleck), uno dei suoi fondatori, da un po’ di tempo ha assunto il talent scout Sonny Vaccaro (Matt Damon), il quale è convinto che per risollevare le sorti dell’azienda sia necessario puntare tutto proprio su Jordan.
Affleck riunisce un cast di stelle per raccontare l’ascesa di un marchio che è divenuto negli anni un vero e proprio emblema dello sport. Air è una storia di passione, amicizia e riscatto che simboleggia il sogno americano. Matt Damon interpreta magistralmente un uomo di mezza età che deciderà di seguire il proprio istinto ad ogni costo.
Viola Davis è monumentale nei panni della madre carismatica di Jordan, ma gli stessi Jason Bateman, Marlon Wayans e Chris Tucker non sono da meno.
Analisi
Air è una pellicola incentrata sulla pallacanestro. Tuttavia coinvolge anche gli spettatori che non conoscono questo sport. Questo indubbiamente anche per merito di una sceneggiatura di ferro, ricca di dialoghi brillanti.
L’opera in questione, impreziosita da una colonna sonora indimenticabile, sprona il pubblico a rischiare. Pertinente a tal proposito risulta essere il seguente aforisma del noto saggista e poeta statunitense Ezra Pound: “Se un uomo non intende correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”.
Air presenta diversi punti in comune con The founder, bellissimo lungometraggio del 2016 in cui un indimenticabile Michael Keaton incarnava un modesto rappresentante di elettrodomestici che, dopo aver inseguito caparbiamente la propria idea, riusciva a fondare una catena di ristoranti oggi nota con il nome di McDonald’s.
In definitiva non posso fare altro che consigliare a tutti voi di andare in sala a godervi l’ultima fatica di Ben Affleck. È come se il versatile artista californiano, dopo il mezzo passo falso del suo precedente film, si fosse immedesimato in Vaccaro. Non è un caso che abbia assegnato il ruolo all’amico fraterno Matt Damon.
Air la si può definire infatti come un’opera in cui Affleck da un certo punto di vista ha trovato la sua personale rivincita, consacrando le proprie abilità di regista e attore. Il seguente aforisma di Calvin Coolidge si sposa alla perfezione con il significato più profondo della pellicola in esame:
È proprio il caso di dirlo, questa volta Ben ha veramente trovato la scarpa giusta per il suo piede!
Leggi anche: Siccità – Il giudizio universale dolceamaro di Paolo Virzì
Lascia un commento