Mia – Il “non amore” tossico di Ivano De Matteo.

Ivano De Matteo, classe 1966, ha esordito come regista di un lungometraggio nel 2002 con Ultimo stadio. Da allora, ha continuato a realizzare pellicole socialmente impegnate dal sapore neorealista.

Ne La bella gente ha affrontato il tema dell’ipocrisia borghese, ne Gli equilibristi quello dei salari troppo bassi. Poi, ne I nostri ragazzi De Matteo ha messo alla berlina l’eccessiva indulgenza che hanno oggi i genitori nei confronti dei figli. Ne La vita possibile ha affrontato la delicata e purtroppo sempre attuale questione della violenza sulle donne e, infine, Villetta con ospiti verteva sulla tematica della legittima difesa.

Mia è l’ultima opera del regista romano.

Mia – la trama

Quest’ultimo lavoro di De Matteo, porta sul grande schermo le vicissitudini di un’adolescente, interpretata dalla giovane Greta Gasbarri, alle prese con un “amore” tossico. L’apprensivo padre Sergio (Edoardo Leo) si accorgerà gradualmente del disagio crescente di sua figlia, la quale dopo essersi innamorata di Marco (Riccardo Mandolini), un ragazzo più grande di lei, comincerà a cambiare radicalmente i propri atteggiamenti. Anche la madre Valeria (Milena Mancini), solitamente più accondiscendente e meno ansiosa nei confronti di Mia, inizierà a preoccuparsi seriamente per la ragazza.

Ivano De Matteo come al solito realizza una pellicola cruda ed essenziale che non può non scuotere la mente e il cuore di chi la guarda.

Cast e interpretazione

Edoardo Leo offre una performance intensa che meriterebbe il David di Donatello. Sergio è un personaggio che nel corso della vicenda, a causa di quello che dovrà subire, muterà profondamente. Il poliedrico artista romano riesce a passare con disinvoltura da un registro all’altro. La sua sarà una vera e propria discesa agli inferi che per certi versi ricorda quella dell’indimenticato Alberto Sordi in Un borghese piccolo piccolo, pietra miliare del nostro cinema firmata da Mario Monicelli.

La stessa Milena Mancini è straordinaria nel ruolo di una donna piena di vita che riesce a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Valeria simboleggia la forza del genere femminile che sovrasta quella maschile.

Un plauso alla giovane Greta Gasbarri, la quale esordisce sul grande schermo dimostrando di avere un talento che indubbiamente non passerà inosservato.

Riccardo Mandolini dal canto suo è perfetto nei panni del villain di turno. Marco incarna l’essenza stessa del “non amore” malato.

Mia – conclusioni

Mia è un film necessario che fotografa lucidamente il mondo degli adolescenti di oggi, spesso vittime inconsapevoli dei social che hanno dato vita a fenomeni deplorevoli come il Revenge porn. De Matteo porta al cinema un dramma familiare dal ritmo serrato che sono convinto rimarrà per molto tempo nell’immaginario collettivo degli spettatori.

Mia la si può definire anche come una toccante storia d’amore tra un padre e una figlia. Il profondo sentimento che lega i due lo si può toccare con mano. Il seguente aforisma del noto scrittore italiano Fabrizio Caramagna risulta decisamente pertinente col significato della pellicola in questione: “In un amore tossico scivoli da un girone dell’Inferno a un altro, sempre più in basso, sempre più nel buio e nell’umiliazione. E ogni volta che incontri il tuo custode infernale continui a scambiarlo per un angelo”.

Mia non è un nome scelto a caso dal regista. Sergio infatti, per quanto le voglia bene, considera la figlia una sua proprietà così come il ragazzo che la violenta psicologicamente. Ma un essere umano non apparterrà mai a nessuno se non a se stesso.

Consiglio dunque spassionatamente a tutti voi di andare in sala a prendervi questo pugno nello stomaco. Assisterete ancora una volta alle falle presenti nel sistema giuridico del nostro paese.

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