Il 20 gennaio dell’anno corrente è approdata su Sky, Call My Agent – Italia, una serie TV che mostra i retroscena dello show business del cinema italiano.
Il regista Luca Ribuoli racconta le vicissitudini di alcuni agenti alle prese con i rispettivi attori che rappresentano. Ogni episodio della serie in questione è incentrato su un artista. Le guest star sono Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino & Anna Ferzetti, Matilda De Angelis e Corrado Guzzanti. Ognuno di loro si prende in giro mettendo a nudo le proprie nevrosi. Cosa sacrosanta in quanto, come ha asserito il celebre scrittore italiano Claudio Magris: “L’ironia è un atto di amore e di libertà; è un aiuto a riconoscere i nostri limiti”.
Contemporaneamente assistiamo a tutto ciò che accade all’interno della CMA, l’agenzia in cui si svolge gran parte del racconto. Call My Agent – Italia è un remake perfettamente riuscito di una serie televisiva francese.
Ribuoli porta sul piccolo schermo un prodotto fresco che diverte, emoziona e omaggia il cinema di casa nostra, mettendo in luce con la giusta dose di ironia tutte le difficoltà che si possono trovare nel mondo dello spettacolo.
Call My Agent – cosa porta in scena?
Nel corso delle puntate, vediamo sedicenti attori che non si vogliono rassegnare al fatto di non saper recitare, attori che vogliono lavorare senza sosta per paura di finire nel dimenticatoio, giovani attrici alle prese con gli haters, altre che non accettano di sbagliare, inoltre c’è spazio per registi che non vogliono essere assecondati ad ogni costo e per comici restii ad accettare qualsivoglia contratto di lavoro.
Sotto certi aspetti Call My Agent – Italia lo si può considerare come un brillante pamphlet sullo star system del nostro paese. Alcune scene sono già divenute di culto e sono convinto che rimarranno in futuro nell’immaginario collettivo di milioni di spettatori.
Non ci si può infatti dimenticare della Cortellesi nei panni della regina Tuskia; di Sorrentino alle prese con la realizzazione di The lady pope; di un Favino immedesimato fin troppo nel personaggio di Che Guevara; di Accorsi che gira contemporaneamente una fiction svedese e il nuovo film di Giorgio Diritti; della De Angelis che viene massacrata per un post su Instagram, e di un Guzzanti vessato da un’esilarante Emanuela Fanelli nel ruolo di un’attrice cagna.
Pur essendo l’adattamento di una serie francese, Call My Agent – Italia a livello drammaturgico presenta delle forti contaminazioni americane. Il duo di sceneggiatori Lisa Nur Sultan e Federico Baccomo ha realizzato uno script vivace che strizza l’occhio sia al grande pubblico che a quello più raffinato.
Inoltre, con questa operazione, Sky ha suggellato il talento di attori sottovalutati come Maurizio Lastrico e Sara Lazzaro e ha sdoganato interpreti semisconosciuti veramente dotati come Michele Di Mauro, Sara Drago, Marzia Ubaldi, Paola Buratto e Rosanna Gentili fra i tanti.
Call My Agent – perché guardarlo
Call My Agent – Italia è un imperdibile inno alla magia del cinema e alla follia di chi lo venera. Non è un caso che in una sequenza dell’opera in esame un agente affermi che questo lavoro lo possono fare solo gli amanti del cinema, i matti e i disperati.
Pertinente a tal proposito risulta il seguente aforisma del celebre regista statunitense Frank Capra: “Il cinema è una malattia, quando entra nel sangue prende il sopravvento. È come avere Jago nel cervello e, come per l’eroina, l’unico antidoto a un film è un altro film”.
Consiglio dunque spassionatamente a tutti di guardare Call My Agent – Italia. È una di quelle serie che fanno bene alla sala. Chapeau!
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