Beau ha paura – L’odissea caleidoscopica di Ari Aster

Beau ha paura, l’ultima fatica di Ari Aster, ha diviso nettamente sia la critica che il pubblico. C’è chi lo ha amato e chi lo ha odiato.

Il regista di Hereditary e Midsommar in questo suo nuovo lavoro racconta le vicissitudini di Beau, un uomo pavido che si sta apprestando ad andare a trovare la madre. Questo viaggio, apparentemente banale, si rivelerà una vera e propria via crucis omerica in cui accadranno fatti stranianti e grotteschi.

Aster porta sul grande schermo una pellicola folle e audace che si regge interamente sulle spalle di un Joaquin Phoenix veramente superlativo. Questo versatile attore pluripremiato regala al pubblico una performance indimenticabile, incarnando un personaggio fagocitato dalle proprie nevrosi.

Completano il cast attori talentuosi come Patti LuPone, Amy Ryan, Nathan Lane, Kylie Rogers, Stephen McKinley Henderson, Richard Kind e Hayley Squires tra i tanti.

Beau ha paura – analisi

Beau ha paura lo si può definire come un horror comico disturbante in cui tutto è volutamente portato all’eccesso. Il tema centrale su cui verte il lungometraggio in questione è il complesso di Edipo. D’altronde le dinamiche familiari sono sempre state presenti fino ad ora nel cinema di Aster.

Quest’ultimo non ammicca minimamente allo spettatore proponendogli un’opera surrealista alle volte incomprensibile che non sempre segue un filo logico. Diciamolo, il film poteva benissimo durare di meno in quanto in talune scene si va veramente troppo sopra le righe, cadendo alle volte nel cattivo gusto. Tuttavia pur non essendo perfetta, Beau ha paura è una pellicola che merita indubbiamente la visione in sala. Se non altro per godere appieno delle meravigliose scenografie e di una sequenza in stop motion che vale da sola il prezzo del biglietto.

Il giovane autore statunitense dimostra, infatti, di essere in linea per certi versi con la cifra stilistica di Federico Fellini. Il maestro riminese affermava di non voler dimostrare niente a nessuno, asserendo che il suo obiettivo era esclusivamente quello di mostrare.

Beau, sotto certi aspetti, è un personaggio chapliniano che intraprende un’autentica odissea caleidoscopica dal sapore dantesco. Memorabile lo Sliding Doors presente nella parte centrale del film, durante il quale si vede l’esistenza che avrebbe condotto Beau se non avesse avuto la madre che si ritrova. Così come formidabile si rivela la parte del lungometraggio in cui si presentano delle verosimiglianze con The Truman Show, capolavoro della Settima Arte diretto da Peter Weir, che vedeva come protagonista il camaleontico Jim Carrey.

Conclusioni

Correlato col significato di Beau ha paura risulta il seguente aforisma del noto psichiatra austriaco Wilhelm Reich: “La fase edipica è tra le più significative delle esperienze umane. Senza eccezioni, i suoi conflitti sono il nucleo di tutte le nevrosi e mobilitano potenti sensi di colpa”.

Ari Aster si è basato su un proprio cortometraggio del 2011 per realizzare un prodotto adrenalinico e visionario che senza dubbio non vi lascerà indifferenti, che lo apprezziate o meno. Sono sicuro che, nonostante le cose bizzarre che accadono a Beau, empatizzerete con lui. Perché la paura è un sentimento che riguarda ognuno di noi!

Beau ha paura

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