A distanza di sette anni da Onda su onda, Rocco Papaleo torna dietro la macchina da presa per portare sul grande schermo Scordato, il suo ultimo lavoro da regista. Dopo il grande successo sia di pubblico che di critica ottenuto da Basilicata coast to coast i due film successivi diretti dal poliedrico artista lucano hanno avuto tiepidi consensi, risultando entrambi artisticamente inferiori all’opera prima.
Scordato vede come protagonista assoluto Orlando (Papaleo), un sessantenne disilluso che di mestiere fa l’accordatore di pianoforti. La sua vita, divisa tra il lavoro e squallidi rapporti sessuali, appare decisamente scialba. A peggiorarla ci si metterà pure un atroce mal di schiena. Un giorno Orlando incontrerà casualmente Olga (Giorgia), una fisioterapista che gli diagnosticherà una contrattura “emotiva”.
Papaleo porta al cinema un Birdman in salsa lucana veramente ben fatto. Scordato è una vera e propria indagine psicoanalitica su un uomo che non va più d’accordo con se stesso. Orlando si è totalmente adagiato sulla propria depressione, decidendo in questo modo di “esistere” piuttosto che “vivere”, tanto per citare l’intramontabile Carlo Verdone di Benedetta follia.
La mia non è una menzione casuale in quanto con questa opera Papaleo ha dimostrato di essere riuscito ad alzare l’asticella e ad evolversi, virando verso un tipo di comicità più malinconica, cosa che fece a suo tempo lo stesso Verdone. La scelta di essere affiancato da Giorgia si rivela azzeccatissima. La talentuosa cantante romana è bravissima nei panni di questa sorta di psicoterapeuta piena di voglia di vivere. Papaleo dal canto suo regala al pubblico una performance memorabile, forse la migliore della sua lungimirante carriera.
L’attore per calarsi nel ruolo di Orlando lavora di sottrazione, decidendo di sacrificare la vis comica che lo caratterizza per mettersi completamente al servizio della storia. Non fraintendetemi, i momenti divertenti non mancano, ma hanno sempre al loro interno una significativa dose di amarezza, come nella migliore tradizione dell’immortale commedia all’italiana.
Completano il cast i bravissimi Simone Corbisiero, Anna Ferraioli Ravel, Angela Curri, Antonio Petrocelli, Giuseppe Ragone e Jerry Potenza tra i tanti. La pellicola in questione ha anche il grande merito di ricordare agli spettatori Rocco Scotellaro, uno scrittore, poeta e politico italiano scomparso prematuramente.
Papaleo, con l’ausilio del sodale Walter Lupo in fase di sceneggiatura, partorisce uno script denso di colpi di scena che dosa bene tutti gli ingredienti a sua disposizione. Si percepisce proprio che i due non hanno cercato scorciatoie facili nella scrittura, ma al contrario si sono avventurati in territori complessi e inesplorati; possiamo asserire che il coraggio è stato ripagato. Scordato è un film che non ammicca al pubblico. Papaleo qui omaggia ancora una volta la sua terra e dichiara amore eterno alla musica, dimostrando di essere un autore con la A maiuscola che non ha niente da invidiare ai “grandi” registi italiani.
A tal proposito sotto certi aspetti il nuovo lavoro di Papaleo presenta delle analogie con Il sol dell’ avvenire, ultima perla di Nanni Moretti. In entrambi i film infatti viene trattato, seppur con le dovute proporzioni, l’aspetto politico del nostro paese e in ambedue le opere il protagonista si confronta con il suo “lui” giovane. Il seguente aforisma della nota scrittrice statunitense Joan Lunden risulta decisamente correlato col significato più recondito di Scordato: “Trattenere la rabbia, il risentimento e le offese ti provoca solo muscoli tesi, un mal di testa e una mascella dolente causata dal digrignare dei denti. Il perdono ti restituisce la risata e la leggerezza nella tua vita.”
Papaleo ci regala un gioiellino da vedere e rivedere che, tra le altre cose, omaggia Fellini e ribadisce l’importanza incontrovertibile della cultura nelle nostre vite. Sono convinto che empatizzerete con Orlando perché a tutti noi può capitare di scordarsi, l’importante è non dimenticare mai chi siamo!
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