L’uscita nelle sale di Barbie, scritto e diretto da Greta Gerwig, si può definire come l’evento cinematografico dell’anno.
La bambola per antonomasia, creata da Ruth Handler per sua figlia Barbara, debuttò alla fiera del giocattolo di New York il 9 marzo del 1959. Nel corso degli anni Barbie ha subito numerosi cambiamenti; spesso si è adeguata al momento storico che stava vivendo ma è anche successo che precorresse i tempi. Ad oggi essa può vantare la bellezza di 9 fisicità, 35 tonalità di pelle, 22 colori di occhi, oltre 94 di capelli e diverse disabilità. Di conseguenza possiamo asserire che Barbie ormai sia divenuto un vero e proprio simbolo di tolleranza.
Greta Gerwig, dopo aver portato sul grande schermo Lady Bird e Piccole donne, decide di cimentarsi nel primo adattamento cinematografico live action della celebre serie di fashion doll della Mattel.
La talentuosa regista statunitense in Barbie stigmatizza in egual misura sia il maschilismo più becero che il femminismo fintamente progressista, realizzando un’opera irriverente dalle scenografie sontuose che non manca di veicolare messaggi importanti prendendosi anche il lusso di sfondare la quarta parete.
Nel film inizialmente vediamo Barbie, interpretata da Margot Robbie, condurre un’esistenza perfetta assieme alle sue omonime e ai Ken presso Barbieland dove i giorni scorrono tutti uguali. Un giorno alla nostra protagonista accadrà una cosa per lei insolita: comincerà a provare emozioni. In conseguenza a ciò si vedrà costretta ad andare nel mondo reale per risolvere il problema. Margot Robbie riesce a infondere in Barbie quel candore e quella dolcezza di cui necessitava mentre Ryan Gosling è sublime nei panni di Ken: il talentuoso attore canadese sfoggia un’ironia veramente irresistibile. Entrambi risultano credibili dall’inizio alla fine e non era per niente facile, ma d’altronde stiamo parlando di due tra gli attori più bravi al mondo.
Completano il ricco cast Will Ferrel, America Ferrera, Emma Mackey, Michael Cera, Dua Lipa, John Cena e tanti altri. La voce narrante appartiene invece alla premio Oscar Helen Mirren.
Quest’ultima fatica della Gerwig diverte, emoziona e fa riflettere. La pellicola affronta temi di una certa rilevanza come quello dell’emancipazione femminile, del capitalismo, del patriarcato, della parità dei sessi e della depressione, facendolo in modo leggero ma non superficiale. Non manca neppure la componente musicale, che indubbiamente impreziosisce il lungometraggio. La Gerwig e Noah Baumbach hanno intelligentemente unito le forze in modo tale da raccontare le cose dal punto di vista sia dell’uomo che della donna, servendosi di una sana dose di cinismo.
L’interazione tra mondo fantastico e reale rievoca sotto certi aspetti Chi ha incastrato Roger Rabbit, capolavoro diretto da Robert Zemeckis uscito al cinema nel 1988 che ad oggi è divenuto un vero e proprio cult.
In Barbie sono presenti anche svariate citazioni cinefile come quella di 2001: Odissea nello spazio, de Il padrino, di Matrix, di Eyes Wide Shut e di The Truman Show tra le tante.
Il film riesce a condensare mirabilmente i generi più disparati; si passa infatti con grande disinvoltura dalla commedia demenziale alla screwball comedy, passando per la commedia romantica, il musical, l’avventura e il dramma esistenziale
Il seguente aforisma del noto scrittore siciliano Alessandro D’Avenia si rivela decisamente in linea col significato della pellicola: “L’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e perfetti, ma quella di saper essere come si è, invincibilmente fragili e imperfetti.”
Il rischio di dare vita ad un grosso spot pubblicitario sulla bambola più famosa del mondo era dietro l’angolo ma la Gerwig, da artista libera quale è, ha regalato al pubblico un prodotto politicamente scorretto che critica in modo sferzante la società odierna, arrivando addirittura a tirare frecciatine alla Mattel stessa. Il didascalismo di cui tanto si è parlato viene utilizzato in modo intelligente, non risultando affatto fastidioso per lo spettatore. In uno dei tanti trailer che sono circolati in questi mesi per invogliare il pubblico ad affollare i cinema viene detto che questo film piacerà sia ai fan che ai detrattori di Barbie. Io mi sento di dire che verrà apprezzato da tutti coloro che amano il cinema.
Sono convinto che, durante la visione, ripenserete a queste bellissime parole pronunciate in Youth di Paolo Sorrentino dal protagonista Fred Ballinger alias Michael Caine: “Le emozioni sono tutto quello che abbiamo.”
Tutti a Barbieland dunque! State certi che uscirete dalla sala pieni di kenergia!
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