C'è ancora domani - Il film di esordio alla regia di Paola Cortellesi

C’è ancora domani – Il miracolo di Paola Cortellesi

Nel 2020 in Figli Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi interpretavano una coppia moderna alle prese con la frenesia e le ingiustizie della società odierna. Quel film, sceneggiato dal compianto Mattia Torre, metteva in luce il senso di inadeguatezza e le difficoltà economiche in cui si trovano i genitori di oggi. A distanza di tre anni Mastandrea e la Cortellesi si ritrovano ad essere marito e moglie nell’Italia del secondo dopoguerra in C’è ancora domani, esordio alla regia della già citata attrice romana.

Paola Cortellesi porta sul grande schermo una storia che vede come protagonista Delia, una donna interpretata da lei e costantemente vittima di soprusi da parte del marito Ivano (Mastandrea). Il resto della famiglia è composto da due figli piccoli di sesso maschile e da una figlia più grande, la quale ha una relazione con un giovane benestante.

Paola Cortellesi, alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, realizza una pellicola autoriale dal sapore neorealista che contiene al suo interno l’identità stessa dell’autrice. C’è ancora domani è fondamentalmente una storia d’amore tra una madre e una figlia che parla con audacia di tutte quelle donne ingiustamente ignorate che hanno contribuito in maniera significativa all’emancipazione femminile. In Delia è presente ognuna di loro.

Mastandrea è superlativo nel ruolo di questo padre padrone talmente aggressivo da risultare ridicolo. Il suo personaggio è sia carnefice che vittima. Il padre, interpretato da un magistrale Giorgio Colangeli, lo ha educato alla violenza nei confronti delle donne e di conseguenza Ivano considera normale il proprio comportamento. Gradualmente vedremo però che non è solo Delia ad essere umiliata dagli uomini, bensì quasi tutti i personaggi femminili. L’unica differenza è la modalità con cui le altre vengono oltraggiate.

Facendo riferimento alla bellissima canzone di Lucio Dalla presente nel lungometraggio possiamo asserire che C’è ancora domani è un miracolo. La Cortellesi infatti riesce a mescolare sapientemente ingredienti molto diversi tra loro ed il risultato è davvero eccellente. Si passa con disinvoltura dal dramma alla commedia e non manca neppure la componente thriller. Ad un certo punto infatti Delia riceverà una misteriosa lettera di cui solo alla fine conosceremo il contenuto. Ma c’è anche spazio per irresistibili momenti musicali che alleggeriscono la pesantezza di alcune scene senza però sminuire di una virgola il loro significato.

Sarebbe stato banale infatti vedere Ivano picchiare con veemenza Delia; l’escamotage trovato dalla Cortellesi per rappresentare la brutalità di quest’uomo è molto più efficace. Merita una menzione speciale la bravissima Emanuela Fanelli nei panni dell’amica Marisa. Nel corso della vicenda sono presenti anche uomini degni di essere definiti tali. Pensiamo ad esempio all’ex fidanzato di Delia ancora perdutamente innamorato di lei, a un soldato americano volenteroso di darle una mano o allo squisito compagno di Marisa. La Cortellesi a tal proposito dimostra di avere l’onestà intellettuale di non generalizzare.

Il seguente aforisma del noto scrittore torinese Fabrizio Caramagna risulta decisamente pertinente col messaggio che vuole veicolare C’è ancora domani: “Senza uguaglianza non c’è democrazia, senza parità di generi non c’è futuro, senza emancipazione non c’è progresso sociale.”

Paola Cortellesi si è sempre battuta come una leonessa per i diritti delle donne. Pensiamo ad esempio al suo bellissimo monologo recitato durante la cerimonia di premiazione del David di Donatello o al film di Massimiliano Bruno Gli ultimi saranno ultimi, in cui recitava la parte di un’operaia alla quale non veniva rinnovato il contratto di lavoro a causa del suo stato interessante.

Per certi versi il primo (e si spera non ultimo) film della poliedrica artista romana è un manifesto femminista potente e divulgativo che ribadisce l’importanza incontrovertibile dell’istruzione poiché il vero traguardo è la realizzazione personale non il matrimonio. Considerando che dall’inizio del 2023 sono già state uccise circa ottanta donne non si può negare che ci sia ancora molto da lavorare per tutelare le persone di sesso femminile.

Paola Cortellesi ci regala un capolavoro imperdibile con il quale comunica a tutti noi che dagli anni quaranta ad oggi sono stati fatti molti passi in avanti ma non basta. C’è ancora domani per fare qualcosa in più ed eliminare completamente le iniquità tra uomini e donne. Quest’ultime vanno rispettate sempre e comunque! Anche se si hanno due guerre alle spalle. Chi vedrà il film capirà. E, datemi retta, vale proprio la pena vederlo.


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