Match point – Caso, ambizione e passione nel capolavoro di Woody Allen

Con match point s’intende il punto partita, ovvero quello mediante cui si può vincere l’incontro. Nel 2005 il termine interessato è divenuto il titolo di un film di Woody Allen. Nella pellicola in questione Chris Wilton (Jonathan Rhys Meyers), ex tennista professionista, rappresenta il classico giovane ambizioso che vuole affermarsi nella vita.

Tom (Matthew Goode), un suo amico di buona famiglia, gli presenterà la sorella Chloe (Emily Mortimer), che s’innamorerà perdutamente del bel giovane irlandese. A questo punto Chris ha l’opportunità di sistemarsi ma rimane invaghito suo malgrado di Nola, la fidanzata di Tom, interpretata da una bellissima e conturbante Scarlett Johansson. Quest’ultima diverrà col tempo una delle tante muse del regista, il quale la farà recitare anche in Scoop e in Vicky Cristina Barcelona.

In Match point, una delle vette artistiche di Allen, sono presenti molti temi cari al regista come il vuoto esistenziale, l’irrazionalità dei sentimenti, l’egoismo dell’essere umano e l’influenza che ha il “caso” nelle nostre vite. Sarà proprio quest’ultimo infatti a determinare le sorti dei protagonisti. Palesi sono i riferimenti a Delitto e castigo, celebre opera dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, da cui il regista ha tratto più volte ispirazione per partorire film decisamente riusciti come Crimini e misfatti, Sogni e delitti e Irrational man.

Nel film è fortemente presente il tennis e non è un caso; esso rappresenta una metafora esistenzialista. Il nostro successo personale può essere infatti paragonato a quello di una pallina che deve superare la rete, alcune volte ci riesce ed altre no. Dipende dalla bravura del giocatore ma anche e soprattutto dalla sua fortuna. Correlato infatti col significato più recondito di Match point risulta il seguente aforisma del celebre filosofo greco Aristotele: “Tutte le azioni umane hanno una o più di queste sette cause: caso, natura, costrizione, abitudine, ragione, passione e desiderio.”

In Match point si comprende anche quanto sia dannosa la paura. Chris compierà atti meschini e crudeli proprio a causa di quest’ultima. Inizierà ad avere il timore di perdere l’agiatezza conquistata, l’angoscia di prendersi le proprie responsabilità e non troverà il coraggio di stare accanto alla donna amata. Avrà di base paura di se stesso.
A tal proposito Allen molto ironicamente ha affermato: “La paura è la mia compagna più fedele, non mi ha mai tradito per andarsene con altri.”

Uscito nelle sale nel 2005, Match point è un irresistibile thriller drammatico a sfondo sentimentale da vedere e rivedere. L’intramontabile regista newyorkese firma un capolavoro imperdibile che ha messo d’accordo sia critica che pubblico, sbancando i botteghini di tutto il mondo. Una bella rivincita per un autore che in quel momento sembrava sulla via del tramonto. Ma si sa, Woody trova sempre il modo di rinascere artisticamente trattando fondamentalmente sempre gli stessi argomenti.

D’altronde fu proprio Allen a pronunciare, con il sarcasmo che da sempre lo contraddistingue, le seguenti parole: “Ogni volta, quando un mio film ha successo, mi chiedo: come ho fatto a fregarli ancora? Se un mio film riesce a far sentire infelice una persona in più, allora sento di aver fatto il mio lavoro. Vuole vedere sempre gli stessi film: bisogna deluderlo, sennò non si farebbe nulla di interessante nell’arte.”

Qualora non lo abbiate ancora fatto dunque precipitatevi a guardare Match point! Sono certo che a fine visione vi domanderete se nell’esistenza di ognuno di noi conti di più la fortuna o il talento. Attendo la vostra risposta.

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