Anche quest’anno torna il Ravenna Nightmare Film Festival, tenutosi nella solita location di Palazzo
dei Congressi di Ravenna dal 14 al 18 novembre.
Come sempre, il festival presenta diverse sezioni, tra cui una dedicata a lungometraggi inediti provenienti da tutto il mondo. Uno di questi verrà selezionato, da pubblico e giuria del festival, come il vincitore dell’anello d’oro. Il primo film in gara ad essere proiettato per questa edizione è It remains del giovane regista di Hong Kong, Kelvin Shum, presente in sala per un interessante botta e risposta post proiezione.
It remains è un lungometraggio di 106 minuti, girato nel 2023, in soli 17 giorni. Racconta la storia di 3 ragazzi e una ragazza che partono per una breve vacanza su un’isola. Secondo Google, l’isola doveva essere ospitale e turistica. Ma mai fidarsi delle foto su Google quando si sceglie la meta per le vacanze.
It remains – Il lato più oscuro del trauma
Ben presto si comprende che ognuno dei personaggi rappresentati ha sofferto un trauma. Il primo di loro è un ragazzo albino che ha sofferto gravi episodi di bullismo. Luke, invece, ha perso la madre, morta suicida davanti a lui, quando era solo un bambino. Finn ha recentemente perso la fidanzata, morta in un incidente d’auto di cui lui si sente responsabile.
E infine la giovane amica dei tre ragazzi ha perso la figlia.
It remains, attraverso varie metafore, parla del trauma e del suo mancato superamento. Lo fa, però, tirando in ballo antiche credenze buddiste e tibetane secondo le quali c’è una connessione tra trauma, demoni e inferi. Spiega il regista alla fine del film, infatti, che i demoni vengono attratti dal trauma e cercano di trascinarti all’inferno con loro, presentandosi a tentarti nel momento della morte. Questa è, tuttavia, solo una delle interessanti tradizioni
che si trovano nel film.
Finn, per esempio, riesce a vedere il fantasma di una ragazza residente sull’isola. Perché solo lui la vede? Le credenze dicono che dopo la morte di una persona cara, i confini tra il mondo dei vivi e dei morti sono labili e il dolore provato per la morte può facilitare l’entrata in contatto con il mondo degli spiriti.
It remains – Aspetti tecnici
Da un punto di vista tecnico il film è ben fatto, in particolare per quanto riguarda la fotografia che dona un suggestivo senso di isolamento, fisico ed emotivo. Per quanto riguarda la sceneggiatura, Kelvin Shum ha affermato che gli è giunta da un professionista, e si nota. La storia, infatti, è coerente e ricca di elementi che spaziano dall’horror, al drama, fino all’action.
Leggermente meno professionale la recitazione. In particolare di alcuni personaggi. Da perfezionare anche gli effetti speciali e, soprattutto, quelli sonori.
Conclusioni
It remains è un buon prodotto cinematografico, sia per la presenza di un’interessante sceneggiatura basata su concezioni buddiste che ben si adattano al genere horror, sia per la sua volontà di analizzare tematiche complesse – oscure – dell’animo umano e della storia personale degli individui. Il film sembra suggerire che il trauma non si supera, it remains – esso rimane – e ci trascina giù.
La location e la fotografia, nonché la scenografia e i costumi, aumentano questo senso di desolazione e confusione. L’isola assume le sembianze di un mondo ultraterreno, forse di un limbo in cui i personaggi sono chiamati a redimersi o a perire.
Lascia un commento