Ho vissuto ere geologiche interminabili.
Immani cataclismi hanno scosso la mia memoria litica.
Porto con emozione i primi segni della civiltà dell’uomo.
Il mio tempo non ha tempo.
Pinuccio Sciola,
RIP 13 Maggio 2016
Il mio tempo non ha tempo. Come se il tempo dell’artista si fondesse con quello della natura il cui scorrere inesorabile non ha un’identificazione precisa, un’ancestrale ‘momentum’, indistinguibile perché già preesisteva l’uomo.
Pinuccio Sciola è stato un importante artista italiano, colui che estrasse il suono dalla pietra. Nato a San Sperate nel 1942, un paesino situato nel sud della Sardegna, il maestro Sciola inizia il suo mondo nell’arte frequentando il liceo artistico di Cagliari, poi l’istituto d’arte di Firenze, l’Accademia Internazionale di Salisburgo e l’Università Complutense di Madrid. Nei suoi numerosi viaggi di studio conobbe importanti scultori come Giacomo Manzù, Fritz Wotruba, Aligi Sassu, Henry Moore e David Alfaro Siqueiros, conosciuto a Città del Messico, fu un prestigioso pittore e muralista appartenente alla corrente del realismo sociale.
Nel 1996 nascono le Pietre Sonore di Sciola. Grazie alle tecniche di incisione sperimentale l’artigiano riesce a raggiungere una forma di musicalità insita nelle pietre che sorprenderà ingegneri e architetti. Tutti i suoni nascono da una vibrazione. Accarezzando la pietra tramite delle lame create dall’artista si generano delle vibrazioni che fanno salire dall’interno della materia i suoi suoni.
Ora la domanda sorge spontanea, quali sono i suoni della pietra?
La risposta è i suoni degli elementi, quindi i suoni della natura. Prendiamo ad esempio il calcaree, dal punto di vista geologico non è altro che acqua fossilizzata ne viene quindi che i suoni che potremmo ascoltare appartengono alla profondità marina: la memoria dell’acqua durante la glaciazione è rimasta impressa nella materia ed oggi possiamo ascoltare questa testimonianza grazie al lavoro di Sciola. Cambiamo fronte, il basalto che rappresenta la formazione prima della base dei continenti, ha un’origine lavica, esso rappresenta la terra e il fuoco ne verrano perciò suoni più cupi e incestuosi rispetto a quelli più liquidi del calcaree.
Le pietre sonore di Pinuccio Sciola vengono esposte in tutto il mondo. Appaiono per la prima volta al Time Jazz Festival di Berchidda in Sardegna e vengono suonate dal percussionista Pierre Favre, poi le ritroviamo nella Biennale Europea a Cottbus in Germania, all’Expo Internazionale di Hannover e all’Avana, poi ancora a Budapest, Roma in collaborazione con l’architetto Renzo Piano, Assisi, Venezia, Parigi. Vengono organizzati concerti in cui queste sculture sono veri e propri strumenti musicali diventando fonte di ispirazione per artisti, musicisti e compositori.
Ad oggi sono stati realizzati due brevi documentari sulla vita e i lavori di questo importante baluardo dell’arte.
Il primo del 2007 è stato realizzato dal regista Franco Fais, allievo di Angelo Corti, tra i più bravi maestri di mimo e commedia dell’arte in Europa, e di Marcel Marceau allievo di Étienne Decroux, padre del mimo moderno.
Cortometraggio Sciola, oltre la pietra
Il secondo invece s’intitola Born of Stone del regista Emilio Bellu, laureato alla scuola di cinema di Praga. È stato selezionato da 31 dei maggiori festival internazionali e premiato tra il 2016, anno d’uscita, e il 2018 a Berlino allo Short Film Festival, a Milano al Festival Internazionale del Cinema d’Arte, a Manchester all’International Short film & Animation Festival e ad altri importanti festival a Monaco, Porto, Oderaue, Kraljevo e Bassa California.
Trailer Born of Stone – Nato dalla Pietra
Pinuccio Sciola è uno dei pochi personaggi che è riuscito a stabilire un giusto rapporto fra tecnologia e natura. Egli ha utilizzato le conoscenze dell’uomo e il progresso per un bene più grande. Il suo scopo nascente dalla passione e dall’amore per la pietra era far conoscere all’umanità il mancato, quello che manca e se n’è andato. Ma ecco che grazie al prodigioso sardo si è potuto tirar fuori quello che sembrava ormai sigillato nella materia: i rumori di una Terra silenziosa, lontana dall’uomo perché non vi era la sua presenza. Quando mai abbiamo solo potuto immaginare una simile associazione con la pietra, ciò che udiamo nello sfregare le pietre sonore è la vita quella che forse ci stiamo perdendo.
Il Giardino Sonoro a San Sperate
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