Precognition – Un Blade Runner ai minimi termini

Precognition è un film del regista inglese Luke Tedder.

In un futuro non molto lontano il progetto Retina governa e dirige le vite degli esseri umani attraverso il sistema operativo Cryax. questo appartiene a una grande organizzazione che riesce a tenere così sotto controllo la società con un distopico potere: prevedere quello che la gente farà, portando l’industria a cambiare i destini dei cittadini-clienti secondo i loro ideali e le loro regole.

Nel frattempo, aeroscafi militari, perlustrano giorno e notte le zone della città, riportando tutto alla centrale operativa. Quello raccontato dal film è un mondo plasmato a immagine e somiglianza degli impiegati e agenti del progetto che sembra ormai destinato ad avere tutto sotto controllo.

Fino a quando non si intromette, nel normale fluire degli eventi, Georgia Hemmingway, una ribelle una volta fidanzata con l’ex militare James Spencer, ora sposato con Samantha. Samatha è un’agente alle dipendenze di Retina, nonché anche sorella di Georgia.

Luke Tedder, regista al debutto dietro la macchina da presa di quest’opera fantascientifica, presentata a Milano, al festival del cinema fantastico e di fantascienza Oltre lo specchio, vuole dare una personale e alquanto british descrizione di un futuro estraniante, distopico e grigio, che però finisce con lo scadere in opere precedenti, già glorificate e impareggiabili.

Precognition vuole infatti ambire ad essere un Blade Runner ambientato tra le casette e le brughiere inglesi, un Brazil meno grottesco e più drammatico. In nessuno dei due casi riesce però a reggere il confronto, restando chiuso nella sua sfumata ed evitabile fotografia.

Anche mettendo da parte la fotografia però, il film fa acqua un po’ dappertutto. Si salva la recitazione, con degli attori che riescono invece a regalare una buona e molto tragica interpretazione in un film senza un proprio spessore. Precognition è infatti privo di forza e suspense.

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