Eddie Addams/Dirk Diggler: When I close my eyes, I see this thing, a sign, I see this name in bright blue neon lights with a purple outline. And this name is so bright and so sharp that the sign – it just blows up because the name is so powerful… It says, “Dirk Diggler“.
Paul Thomas Anderson è uno dei registi più acclamati del 21esimo secolo. Nel 2007 esce There Will Be Blood (Il petroliere) che segna il suo arrivo nel mercato mainstream e risulta essere il suo risultato migliore al box-office. La performance di Daniel Day-Lewis come uno spietato petroliere ha garantito al nativo britannico la vittoria agli 80esimi Academy Awards come Miglior Attore.
Fu negli anni 90, però, che PTA iniziò il suo cammino come regista di successo. Il suo primo film Hard Eight (1996) è un crime drama che andò incontro ad un odissea di tagli e ritardi. Il film era in origine titolato Sidney (rimasto tale nella versione italiana), ma l’azienda che l’aveva finanziato (Rysher Entertainment) cambiò il titolo originale e minacciò varie volte di appropriarsi del film.
Questi erano i tempi in cui il film-making indipendente stava sbocciando grazie all’incredibile successo di Pulp Fiction (1994). Ogni film con un budget ridotto e con le potenzialità di sbancare il botteghino veniva approvato. È così che una compagnia televisiva come Rysher Entertainment, che veniva da una televisione a là Baywatch, decise di finanziare il film dopo aver visionato la sceneggiatura. Dopo vari tagli (Anderson ridusse il film a poco più di 90 minuti), il film fu approvato e finito. Con il denaro ottenuto dalla prima pellicola, Anderson iniziò il viaggio verso il suo secondo film.
Nel 1988 Anderson diresse un mockumentary sulla vita di Dirk Diggler, il cui personaggio si ispirava liberamente alla vita di John Holmes, attore appartenente alla Golden Age del porno americano. Il mockumentary che durava solamente mezz’ora fu poi ampliato anni dopo in quello che divenne Boogie Nights.
La storia inizia negli anni 70 nella San Fernando Valley di Los Angeles. L’industria del porno sta fiorendo in un’epoca in cui i film erotici vengono proietti in sale, come i film tradizionali. L’idea per la sceneggiatura venne dall’esperienze personali del regista. Essendo un nativo della San Fernando Valley, Anderson ricordava in prima persona quegli anni in cui il porno era in costante espansione. In un’ intervista con Marc Maron per il suo podcast, Anderson ricorda quando da teenager a casa di sua nonna era ipnotizzato da questa enorme casa fuori dalla quale erano parcheggiate assurde supercar. La casa aveva la particolarità di avere una finestra a bovindo, finestra che Anderson cercava di ritrovare in ogni porno senza fortuna.
Eddie Addams, presto ribattezzato Dirk Diggler (Mark Wahlberg), ha mollato il liceo e lavora come lavapiatti in un club della Valley quando viene reclutato da Jack Horner (Burt Reynolds) per apparire in un film porno. La partner di Horner, nonché acclamata attrice nei suoi film, è Amber Weaves interpretata da un’incredibile Jualianne Moore, candidata come Miglior Attrice ai 69esimi Academy Awards. Dirk diventa rapidamente il miglior attore dell’industria, vincendo ogni possibile premio, ma il suo successo dovrà affrontare alti e bassi, con il business del porno che va incontro a drammatici cambiamenti che cambieranno le carte in tavola. Anche se il film contiene aspetti comici, necessari quando si tratta di narrare una storia su una tematica del genere, il tono dell’opera mantiene una carica drammatica. Dirk viene scelto per le sue incredibili “qualità” che in molte occasioni sono utilizzate come escamotage comico, per esempio quando gli viene chiesto di abbassare i pantaloni dal produttore dei film di Horner ( Robert Ridgely) così che possa controllare le sue doti naturali.
Leonardo Di Caprio era la prima scelta di Anderson per interpretare Dirk Diggler, ma l’attore rifiutò la parte per filmare Titanic, uscito nello stesso anno. Il ruolo andò cosi a Wahlberg, che riuscì a imporsi come attore in film di primo piano. Un attore alle prime armi come Wahlberg si dimostrò perfetto per il personaggio mostrando un’ingenuità e un’audacia di un attore alla prima sfida importante. Burt Reynolds era un’icona americana degli anni 60 e 70, la cui carriera era declinata negli anni 80 e primi 90. Anderson raccontò che lavorare con Reynolds fu difficile perché non confidava nell’abilità del giovane regista (allora ventisettenne). Condividere il camerino con attori allora sconosciuti fu molto frustrante per un attore che vent’anni prima era la punta di diamante di Hollywood. Alla fine, il film contribuì in maniera sostanziale a rialzare la carriera di Reynolds.
Il film è un maestoso lavoro che riproduce una vivace sottocultura degli anni 70 e 80. Anderson riesce a create un ritratto plausibile ed umano di persone rigettate dalla puritana società statunitense del post dopoguerra. Gli attori, registi e cameraman non hanno contatti con il mondo esterno. Anderson crea un microcosmo di personaggi separati dalla società ma che rappresentano le stesse contraddizioni e dinamiche.
Ironicamente, uno dei temi di fondo dell’ opera è la famiglia. Prima che Dirk inizi la sua avventura nell’industria, viene rigettato dai suoi genitori che lo vedono come un fallito. Egli troverà una famiglia surrogata nelle figure di Jack e soprattutto Amber. Questo aspetto è costantemente sottolineato dal comportamento di Amber verso Dirk. Julianne Moore dona una forte umanità al suo personaggio. È, al tempo stesso, una famosa porno-star e una madre amorevole, che ha perso il proprio figlio a causa di una battaglia legale e trova un surrogato in Dirk.
La grandezza di Boogie Nights è anche l’abilità di creare opera collettiva che incastra personaggi primari e storyline secondarie che possiedono una potenza altrettanto profonda. John C. Reilly, frequente collaboratore di Anderson, è la spalla di Dirk. Una pornostar che segretamente sogna di rifarsi una vita come mago. La storia che trovo più toccante è quella di Buck Swope, interpretato da Don Cheadle, l’Iron Patriot dei film Marvel. Buck è un porno attore che lavora part-time in un negozio di impianti hi-fi. Il sogno di Buck è aprire il suo negozio, idea che viene infranta quando la banca gli rifiuta il finanziamento a causa del suo lavoro nell’industria del porno.
La sua storyline rivela uno spaccato tristemente interessante descrivendo un tempo in cui era difficile per persone che appartenevano ad ambienti relegati, come quello del porno, integrarsi in una società che li disprezzava. In una delle scene che non sono arrivate alla versione finale del film, Buck e sua moglie (Melora Walters), entrambi porno attori, cercano di fare sesso in modo “normale” invece di mettere in atto la solita performance che gli viene richiesta sui set di film erotici. Trovo questa scena tagliata incredibilmente interessante perché rappresenta tema richiamato spesso nell’ opera. Essa contribuisce ad a rafforzare la potente narrativa dell’outsider che incontra enormi difficoltà ad uniformarsi, con uno slancio verso la redenzione che potrebbe non essere mai raggiunta.
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