Matilda 6 mitica – Una favola contro il dispotismo bugiardo degli adulti

Matilda 6 mitica è una divertente commedia diretta da Danny DeVito nel 1996. Tratto dal romanzo Matilde di Roald Dahl, celebre scrittore di classici per l’infanzia come La fabbrica di cioccolato, GGG e Gremlins. Di tutte le trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi, il film di DeVito è forse quello più sinceramente gustoso ed emozionante. Favola per tutte le stagioni, specialmente in quelle sociali e politiche fatiscenti. E il mondo ne ha visti di periodi difficili.

Matilda 6 mitica (1996)

Matilda 6 mitica è un riscatto sociale perpetrato da piccoli protagonisti contro il mondo degli adulti: quest’ultimi spesso descritti come prepotenti, biechi, cechi e indifferenti difronte alla crescita e all’istruzione di un bambino.

La trama di Matilda 6 mitica(1996) – “In quest’aula, in questa scuola, io sono il vostro Dio!!”

Matilda Wormwood, figlia di Harry e Zinnia Wormwood, è una bambina molto speciale. Secondogenita in una famiglia che, verso di lei, non ha il benché minimo rispetto e interesse. Mentre il padre rivende macchine disastrate a prezzi esorbitanti Matilda sa già che quello è un reato. Mentre i suoi parenti si abbuffano difronte alla televisione lei legge perdendosi con la fantasia in un mondo diverso da quello. Dopo alcuni strani avvenimenti, Harry decide di mandare Matilda a scuola, dove fa immediatamente conoscenza della perfida e mascolina preside: Agata Trinciabue (Agatha Trunchbull, nella versione originale). Un vero e proprio sovrano che governa i poveri studenti, verso i quali nutre odio e risentimento, con ferrea disciplina.

L’unica persona totalmente e spontaneamente buona è la sua maestra, la signorina Jennifer Honey. Con il passare del tempo, Matilda giunge alla conclusione che anche una bambina può cambiare le cose, e in meglio. A questo si aggiunge la scoperta di super poteri, di cui Matilda si servirà per riportare ordine e felicità non solo nella scuola ma anche nella sua stessa casa.

Iniziamo col dire subito che Danny DeVito, reduce di altri cult come Getta la mamma dal treno, La guerra dei Roses e Hoffa: santo o mafioso?, dirige forse il suo film più bello e sincero. Nella parte di Harry Wormwood, il regista italo-americano fa uno splendido lavoro con il cast composto da Mara Wilson, nei panni della protagonista, Rhea Perlman, Embeth Davidtz e Pam Ferris. Quest’ultima, che veste i panni della signorina Trinciabue, sarà per sempre ricordata per questo ruolo, sebbene la sua carriera sia più lunga e variegata.

Pam Ferris, nei panni della Signorina Trinciabue, durante le riprese del film

Successivamente, si nota come Matilda 6 mitica non trascuri affatto gli stessi sentimenti e gli stessi ingredienti che Dahl mette nel suo romanzo. L’opera cinematografica si avvicina a quella letteraria e allo stesso momento si allontana da essa trovando uno stile narrativo ed estetico proprio. DeVito non tradisce la poetica dello scrittore inglese ma contemporaneamente ci mette del suo. Il risultato è un film che sembra una normale commediola americana, come se ne vedono di continuo.

In realtà, il film ha un messaggio e degli indizi ben precisi come la crescita di un bambino che non dovrebbe essere mai turbata, la fantasia infantile (vera grande risorsa che col tempo tende a scomparire) e il dispotismo bugiardo e tiranno degli adulti. Cos’è il personaggio della preside Agatha Trinciabue se non un chiaro rimando a dittatori del Novecento. I bambini, al disotto della sua persona traumatizzante e feroce, altro non sono che migliaia e migliaia di popoli sottomessi, spogliati della libertà di vivere e sognare.

Lo stesso si può dire benissimo dei genitori della bambina. Tuttavia quest’ultimi, più che tiranni sono la stragrande maggioranza degli inermi, degli insoddisfatti, degli inetti. Loro ricoprono un campo antropologico e umano più grande: Harry e Zinnia sono i ladri, i truffatori, i bugiardi, i crumiri, i genitori imperfetti che godono nell’esserlo e tutti quelli che di sicuro ammalano la società.

Dahl scrive, DeVito dirige, una deliziosa critica ai totalitarismi e ai conformismi di ogni genere. Matilda 6 mitica è un inno alla bellezza della diversità. Difatti la piccola protagonista di distingue dagli altri per il suo intelletto e la sua bontà. Così come l’amica Violetta si distingue per la sua lealtà, il cicciottello Bruce Pappalardo per il suo amore per i dolci e via dicendo. Dopotutto, è proprio con un elogio alla diversità che si apre il film.

Matilda è così un faro di speranza che dallo status di bambina si erge come simbolo sopra tutte le fasce d’età, sopra tutto gli uomini. Instaura una giustificata rivoluzione partendo naturalmente dai bambini, perché sono sempre loro la speranza e il futuro di un mondo che può essere e deve essere migliore. Basta solo non seguire le persone sbagliate, i prepotenti e i soliti gatto e volpe che avvelenano la mente e rendono schiavi.

Embeth Davidtz e Mara Wilson in una scena del film

“Tutti nasciamo, ma non tutti nasciamo uguali. Crescendo alcuni diventano macellai, fornai o fabbri ferrai, altri diventano bravi solo a fare uova in gelatina. Resta comunque il fatto che ogni essere umano è unico nel suo genere, nel bene e nel male” – La voce narrante all’inizio del film

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