Perché in Italia sarebbe suonato strano La presa del Pelham Uno, Due, Tre, così uscì con il titolo Il colpo della metropolitana (Un ostaggio al minuto). Cult movie diretto nel 1974 da Joseph Sargent. Forse il più grande successo di Sargent che si ricordi. Dopo questa pellicola pochi sono i film del regista che possono considerarsi belli alla pari. The Taking of Pelham One Two Three è, sulla scia di altri classici del cinema come The French Connection o Dirty Harry, un poliziesco di tutto rispetto.
Molto probabilmente è un thriller poliziesco con qualcosa in più: una feroce satira sociale e anche politica che si mescola con un gusto grottesco per i dialoghi e soprattutto in alcune scene. Questo rende il film non solo un semplice noir ma un’evoluzione di quest’ultimo. Il colpo della metropolitana è una commistione di generi che sfilano immagine dopo immagine. Robert Shaw e Walter Matthau, i protagonisti dell’opera di Sargent, rappresentano appunto questo mix di categorie. Da una parte c’è il freddo e spietato criminale e dall’altra il poliziotto cinico e pigro che comunque riesce ad avere la meglio sulla malavita.
E tutto il film è un continuo andirivieni dal dramma all’action movie, dalla commedia nera al thriller fino a quel finale tanto ironico quanto monumentale che si prende gioco dei classici, seriosi e a volte anche lagnosi film della stessa matrice. Una rivoluzione del genere crime e anche dei film d’azioni che da quel momento si avrà su moltissime altre opere. Tuttavia Il colpo della metropolitana si burla della stessa società americana che prende di mira tutti, dalle alte sfere fino agli stessi poliziotti lasciando i poveri ostaggi a fare da simbolo ad una società omogenea ma solo sulla carta: multiforme e classista.
Il colpo della metropolitana (Un ostaggio al minuto) (1974) – La trama
Il Pelham 123 della metropolitana di New York viene assaltato e sequestrato da quattro uomini travestiti per l’occasione. Il Signor Blue (Shaw), il Signor Green (Martin Balsam), il Signor Grey (Héctor Elizondo) e il Signor Brown (Earl Hindman). Il Signor Blue, dopo aver preso il treno con alcuni ostaggi, dirà alla polizia ferroviaria che se lui e i suoi uomini non avranno un milione di dollari dopo un’ora dal loro avvertimento inizieranno ad uccidere il primo sequestrato. Ogni minuto che passa costerà la vita di un altro passeggero.
A contrattare con i rapinatori è il tenente Zachary Garber (Matthau) il quale, con grande professionalità, riesce a fare arrivare i soldi in tempo per consegnarli ai quattro gangster. Quest’ultimi, dopo aver raggirato la polizia, riescono a scendere dal treno e farlo comunque partire con gli ostaggi ancora dentro, prendendo poi ciascuno la sua parte. Tuttavia, in una frazione di pochi istanti succede l’impensabile: o meglio il prevedibile. Una piccola baruffa fra loro finisce in un bagno di sangue e come se non bastasse Garber riesce a rintracciare il posto dove sono scesi e ci si precipita. Ma ancora non è arrivato il momento culminante.
Il colpo della metropolitana sembrerebbe, a distanza di anni, un thriller non all’altezza dia altri film. Al contrario, nonostante il cinema si sia evoluto, quest’opera è un capolavoro perché potente nella raccontare i fatti e valido. Valido perché, nella sua storia straordinaria, è vero e credibile sotto molti punti di vista. Sotto il punto di vista della dinamica e quello dell’impreparazione difronte a una cosa del genere. Sebbene New York ne abbia viste di tutti i colori non si è mai troppo sicuri e preparati. E infatti un treno sequestrato da uomini armati è sempre una rogna difficile da risolvere, specie se in ballo c’è la vita delle persone.
Il film è valido grazie al realismo col quale viene trattata la faccenda: con professionalità e polso freddo dagli addetti della metropolitana, specie dal tenente Garber, e con inettitudine e giochi di poteri dai politici. In questo caso da un sindaco che detesta la sua città e che preferirebbe restare a letto a vedere la televisione. E’ valido perché tutti i personaggi sono estremamente cinici e negativi. Lo stesso Garber e gli altri uomini che lavorano lì sono impiegati furenti, stanchi e nevrotici ormai votati solo al perfetto funzionamento delle linee della metropolitana. Valido perché è un film che mette tutti allo stesso piano. Tutti sono cinici e negativi così come positivi allo stesso tempo e soprattutto fallibili. Gli stessi rapinatori, che studiano con cura e attenzione il piano, finiscono col cadere uno ad uno sotto i tiri mancini del destino.
Tutto può succedere nella Grande Mela e tutti preferiscono pensare ad altro piuttosto che al treno sequestrato. Anche questo fa parte della reale descrizione della freddezza dell’essere umano. Soprattutto anche del vero newyorchese opportunista e alienato dalle macchine, dalla fretta e da tutte quelle esistenze che si intrecciano e delle quali non frega niente a nessuno. “Ma essere infelici e trattare il prossimo come mota è sacrosanto diritto di ogni newyorchese!“. Parafrasando le parole del Sindaco nel film di Ivan Reitman, Ghostbusters II, New York è un grande calderone di persone e culture dove tutti vanno di fretta e tutti hanno un proprio obiettivo da raggiungere. Gli unici esseri umani che possono ritrovare se stessi e cambiare sono i poveri ostaggi. Questi sono lasciati, ancor più degli altri, nelle mani di un futuro incerto.
Con le musiche indimenticabili di David Shire, Il colpo della metropolitana è un’opera che deve il suo status di film di culto soprattutto agli attori. Matthau, anche se in un ruolo più serio, è comunque buffo grazie all’espressione del volto, alle movenze e ai gesti. Robert Shaw, che ha sempre interpretato personaggi fortemente negativi e antagonisti, il ruolo del bandito non può che calzargli a pennello. Il cast è comunque ricco di caratteristi indimenticabili del cinema americano come Martin Balsam, Jerry Stiller, Kenneth McMillian e Tony Roberts. I nomi dei sequestratori sono stati simpaticamente citati da Quentin Tarantino nel suo film Le Iene, dove i personaggi usano nomi fittizi come Mr.Pink, Mr.White e Mr.Orange. Nel 1998 è uscito un remake televisivo del film di Sargent diretto da Félix Enríquez Alcalá. Nel 2009 un nuovo remake diretto da Tony Scott e interpretato da Denzel Washington e John Travolta.
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