Il Re Leone è il 32 classico Disney, ed è uno dei pochi lungometraggi animati a non essere tratto da un racconto o da un mito. Nonostante ciò, è palese che Jeffrey Katzenberg, Roy E. Disney e Peter Schneider preso spunto da più fonti per realizzare la grande storia che conosciamo oggi.
Il Re Leone – Le influenze
Risulta superfluo parlare ancora delle numerose analogie che vi sono fra il successo della Disney e l’Amleto di Shakespeare, simili sia per i personaggi protagonisti che per parte della vicenda. Decisi a realizzare un film incentrato sulla crescita interiore del protagonista, i registi avevano inizialmente preso spunto dal racconto biblico di Mosè, elemento che dimostra l’origine della sacralità con cui viene mostrato equilibrio della natura. Naturalmente essendo il lungometraggio destinato principalmente ad un pubblico di più piccoli, la storia sarebbe stata diversa rispetto a quella narrata nell’Antico Testamento, permettendo così una maggiore fruibilità del racconto.
In seguito però ad un viaggio fatto in Kenia da parte dei membri dello staff, la trama venne totalmente stravolta, portando alla luce la storia che conosciamo oggi, conservando però i suoi tratti fondamentali. Anche se viene esplicato tramite una narrazione semplice, è impossibile non vedere in Il Re Leone un racconto di formazione: l’infanzia felice di Simba, amato dai suoi genitori e dal resto del Regno, viene bruscamente travolta dalla tragedia della morte del padre. Costretto alla fuga, riesce a ritrovare un equilibrio insieme agli amici Timon e Pumba, vivendo un periodo di spensieratezza e libertà che ricorda l’adolescenza. L’arrivo di Nala coincide con la scoperta dell’amore e delle responsabilità, facendo di Simba un re ma soprattutto un adulto.
Il Re Leone – Easter egg
Nonostante la Disney realizzi prodotti d’intrattenimento destinati all’infanzia, non implica che all’interno dei suoi lungometraggi animati non vengano inseriti elementi che richiamano aspetti che hanno ben poco dell’innocenza infantile. Non ci stiamo riferendo alla scena d’amore fra Nala e Simba (anche se è innegabile il pizzico di malizia che si percepisce nella sequenza) ma al momento in cui Scar canta Sarò Re, illustrando il suo diabolico piano alle iene. Gli animatori rappresentano il perfido felino in tutta la sua potenza, mostrandolo in cima ad una sporgenza mentre osserva le iene marciare sotto di lui, esattamente come un comandante osserva il proprio esercito. Questa similitudine non è un caso, visto che la stessa identica inquadratura ci viene mostrato in un documentario di propaganda nazista realizzato dalla regista Leni Riefenstahl nel 1935 dal titolo Il trionfo della Volontà. Questo dimostra come il concetto stesso di animazione sia cambiato nel tempo all’interno dello Studio Disney, che realizza un’opera sofisticata sopratutto per il montaggio, pieno di dinamismo ed eleganza, pregna di contenuti non solo per l’aspetto tecnico.
La colonna sonora
Ad aver fatto grande Il Re Leone non sono solo la trama avvincente o il montaggio con cui viene narrata la storia, ma anche la coinvolgente colonna sonora che accompagna le scene del film e lo spettatore favorendone il coinvolgimento. Anche questo elemento risulta importante per la comprensione dell’evoluzione che compie lo studio Disney, affidando la direzione della soundtrack ad Hans Zimmer, compositore che aveva già mostrato il suo talento e che riesce a trasmettere tutta l’atmosfera esotica dell’Africa attraverso le sue composizioni. Anche Elton John e Tim Rice (entrambi avevano già collaborato per Aladdin) parteciparono al progetto, facendo vincere due Oscar allo Studio Disney, uno per la Miglior colonna sonora ed uno per la Miglior canzone originale per Can you feel the love tonight (nella versione italiana L’amore è nell’aria stasera interpretata da Daniele Viri e Lorena Brancucci, rispettivamente le voci di Simba e Nala da adulti). Purtroppo la colonna sonora del film non portò solo ricchezza e successo alla Disney, che venne citata in giudizio per l’uso improprio del singolo The lion sleeps tonight di Solomon Linda. Nonostante la canzone venga solo accennata da Timon e Pumba, gli studio Disney furono costretti a risarcire economicamente gli eredi del cantante per non aver pagato loro i diritti del brano.
Adesso che conoscete tutti i retroscena de Il Re Leone non vi resta altro da fare che immergervi di nuovo nella lussureggiante atmosfera della savana e riscoprire il 32 Classico Disney!
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