Una famiglia perfetta è il film di Natale del 2012 di Paolo Genovese. Il regista romano si affida al soggetto dell’autore spagnolo Fernando León de Aranoa per trarre un remake del suo Familia (1996).
Il ricco e solitario Leone, interpretato da Sergio Castellitto, per la Vigilia di Natale assume una troupe di attori per impersonare la sua famiglia. Alla compagnia, composta da una moglie, quattro figli, un fratello, una cognata e una madre, viene assegnato un copione da seguire nelle ventiquattro ore di lavoro.
Marco Giallini è Fortunato, il direttore/regista di questa particolare compagnia di attori. Lui interpreta il ruolo del fratello di Leone. Nella vita reale è il marito di Carmen, interpretata da Claudia Gerini, che impersona la moglie di Leone. Prendono parte alla commedia Sole (Carolina Crescentini), che ha il ruolo della moglie di Fortunato, e Rosa (Ilaria Occhini), che interpreta la mamma vedova dei due fratelli.

Nei ruoli dei quattro figli ci sono Eugenio Franceschini, Eugenia Costantini, Lorenzo Zurzolo e Giacomo Nasta. I primi due interpretano Pietro e Luna, mentre i più piccoli sono rispettivamente Angelo e Daniele.
La commistione della finzione con la vita vera scatenerà negli attanti sentimenti contrastanti, divisi tra le necessità del copione e i propri desideri. Tutti sanno di dover interpretare una famiglia perfetta, ma nemmeno fingendo sembra possibile.
Una delle grandi riflessioni che suscita a primo impatto il film di Paolo Genovese è proprio sul legame tra realtà e finzione nei rapporti di tutti i giorni. Tutti i protagonisti, costretti a vestire per ventiquattro ore i panni di qualcun altro, si confrontano con i loro alter ego reali scoprendo quando anche nella loro normale vita spesso si sia costretti a fingere.
Attraverso questo comune processo catartico, i membri della compagnia sembrano ritrovare se stessi e un nuovo modo di relazionarsi con i propri cari.
Lo stesso Leone, reso vivo e inquieto da un tenebroso quanto divertente Sergio Castellitto, approfitta di questo momento di temporaneo potere sulla vita di qualcun altro per rimettersi in discussione. Crearsi una famiglia ad hoc per la Vigilia di Natale sembra lo stesso assurdo, anche se si volesse capire qualcosa di sé. Ma Leone, si scoprirà, ha i suoi buoni motivi per circondarsi di una compagnia di teatranti.

Una famiglia perfetta è però principalmente una cinica commedia. Non mancano momenti esilaranti e l’aggiunta di ulteriori osservatori esterni alla famiglia è il tocco di genio che garantisce l’umore tipico della commedia degli equivoci.
A fare da agnello sacrificale su questo altare è Francesca Neri, che interpreta la sventurata Alicia, una donna rimasta bloccata appena fuori Todi a causa di un guasto meccanico alla sua auto. Alicia viene quindi soccorsa e invitata, o meglio costretta, a passare la cena della Vigilia con la famiglia di Leone. Ignara della commedia, Alicia rimarrà sconvolta da quello che si troverà a vedere.
D’altronde famiglie perfette non ne esistono: ognuna ha i suoi limiti e i suoi difetti, le sue difficoltà e incomprensioni. Una famiglia perfetta non può nemmeno essere creata per finta. La natura umana, prima o poi, riaffiora in superficie trasportando con sé rancori, paure, ansie e insicurezze.
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