Zootropolis (2016)

Zootropolis – La metropoli della discriminazione

Zootropolis, uscito nel 2016, è il 55° Classico Disney. Diretto da Byron Howard e Rich Moore, il film ha vinto il Premio Oscar come Miglior Film d’Animazione nel 2017 ed ha incassato più di un miliardo di dollari a livello globale.

I protagonisti della storia sono Judy, una coniglietta emarginata dai suoi colleghi in polizia, e Nick, una volpe dedita alle truffe. Insieme, da emarginati, dovranno risolvere il mistero delle sparizioni di alcuni cittadini di Zootropolis.

Judy e Nick in una scena del film

Zootropolis – La trama

Fin da quando era piccola Judy sognava di diventare un giorno un’agente di polizia della grande metropoli di Zootropolis, e lasciare così la tranquillità della vita a Bunnyburrow. Dopo essersi diplomata con merito all’accademia viene però relegata al ruolo di ausiliare del traffico. Secondo il Capitano Bogo, infatti, Judy è troppo piccola di statura per poter fare l’agente di polizia.

Per potersi libera di lei, Bogo propone a Judy un accordo: ha 48 ore di tempo per ritrovare il Signor Otterton, il quattordicesimo predatore scomparso a Zootropolis, una lontra. Judy accetta e inizia la sua indagine, servendosi dell’aiuto anche di Nick Wilde, una volpe dedita alle truffe nella quale si era imbattuta il giorno prima.

Nick e Judy si addentrano così in un torbido e complicato intreccio di misteri. I predatori scomparsi infatti avevano iniziato a comportarsi in maniera aggressiva prima di sparire. Nick e Judy devono guardarsi le spalle da doppi giochi e complotti inaspettati.

Della trama è meglio non dire di più, per non rovinare i plot twist ideati dagli sceneggiatori Jared Bush e Phil Johnston.

Judy e Nick protagonisti di un buddy movie

Zootropolis riprende il tradizionale canovaccio del buddy movie poliziesco e lo ambienta in una enorme metropoli popolata da mammiferi. Judy e Nick riescono a costruire una squadra inaspettata sfidando i loro reciproci pregiudizi e mettendo da parte le differenze. I due hanno infatti molto in comune. Sia l’una che l’altro hanno dovuto fare i conti con lo stigma e i pregiudizi degli altri nei loro confronti.

Judy, da coniglietta di campagna, non viene ritenuta all’altezza di un compito di polizia a Zootropolis dal Capitano Bogo. I conigli sono generalmente agricoltori e vivono lontani dalle insidie della vita di città. È difficile anche per gli abitanti di Zootropolis credere che Judy sia veramente una poliziotta.

Judy con la sua divisa d’ordinanza

Nick, dal canto suo, ha da sempre dovuto fare i conti con il sospetto e la sfiducia per il suo essere una volpe. Nonostante la sua buono volontà gli sono state negate molte occasioni, dovendosi ridurre a una vita fatta di espedienti.

La tossicità del pregiudizio

Nick e Judy non sono gli unici a soffrire il pregiudizio degli altri però. Anzi. Il grande tema che emerge durante la visione di Zootropolis riguarda la pervasività dei pregiudizi a livello sociale. A Zootropolis ogni animale può diventare ciò che vuole, ma fin da subito ci si accorge che il mondo è diviso in due: esistono prede e predatori.

Come in una moderna città americana, anche a Zootropolis esistono forti tensione razziali, basate soprattutto sul pregiudizio e su paure ancestrali. In città, infatti, tutti vivono in apparente tranquillità. Ma la stessa Judy, all’arrivo in città, tiene stretto nella borsa uno spray repellente contro i predatori. È la sua stessa famiglia, che vive nell’etnicamente omogenea Bunnyburrow, a riempirla di paure e ansie sulla sua nuova vita.

Un predatore di Zootropolis

È difficile, se non impossibile, evitare di fare un parallelo tra Zootropolis e quella che è la storia e l’attualità degli Stati Uniti. Predatori e prede riflettono lo schema sociale che esiste tra neri e bianchi, con i primi esclusi, costantemente sottoposti a controlli di polizia e guardati con sospetto dai secondi, numericamente maggiori ed economicamente più potenti.

Zootropolis non è una città fatata di un qualche regno molto molto lontano, ma una complessa metropoli della nostra modernità. Il film è un ottimo modo per avvicinare, con leggerezza, anche i più piccoli a importanti riflessioni sulla convivenza con l’altro.


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