Diabolik – Ginko all’attacco – Il Re del terrore torna al cinema.

A meno di un anno di distanza torna sul grande schermo il Diabolik dei Manetti Bros. Questo nuovo episodio vede come protagonista assoluto Ginko, interpretato dal versatile Valerio Mastandrea. Nelle scene iniziali del film infatti vediamo lo scaltro ispettore ordire un piano machiavellico al fine di catturare il Re del terrore per antonomasia. Successivamente Diabolik, per sfuggire dalle grinfie di Ginko, lascerá sola la sua amata Eva Kant.
Quest’ultima, per vendicarsi, tradirá il suo partner in crime collaborando con la polizia a catturarlo in cambio di un salvacondotto per l’estero.
Diabolik – Ginko all’attacco è un elegante giallo all’italiana che intrattiene a dovere lo spettatore ma rispetto al suo predecessore perde qualcosa.
Innanzitutto Luca Marinelli nei panni del personaggio creato dalle sorelle Giussani era decisamente più credibile dell’aitante ma ingessato Giacomo Gianniotti. Inoltre alcune sequenze risultano poco indovinate, come quella in cui a un certo punto inspiegabilmente la macchina da presa pone il focus su una moneta che volteggia nell’aria, forse con l’intento di dare più pathos alla scena ma finendo purtroppo col ridicolizzarla.

C’è anche da dire che il livello di recitazione non è omogeneo. Si passa dall’immenso talento di Mastandrea e la Leone (i migliori) a personaggi secondari non sempre credibili. Tra i comprimari si salvano il bravissimo Piergiorgio Bellocchio nei panni dell’agente Palmer, l’esuberante Alessio Lapice in quelli dell’agente Roller e una timida e innamorata Linda Cariddi nel ruolo di Elena Vanel.
Se la cava discretamente anche una fascinosa Monica Bellucci, la quale incarna una contessa sui generis segretamente innamorata di Ginko.
La loro relazione è una delle cose più interessanti del film.
Da brividi la canzone cantata nei titoli di testa da Diodato così come il resto della colonna sonora firmata da Pivio e Aldo De Scalzi.
D’altronde Manuel Agnelli l’anno precedente vinse il prestigioso David di Donatello proprio grazie ad un brano scritto appositamente per Diabolik.
Diabolik – Ginko all’ attacco si può definire come un vero e proprio adattamento cinematografico del sedicesimo albo dell’omonimo fumetto.
La seconda parte del lungometraggio in questione risulta decisamente migliore della prima in quanto la trama diviene maggiormente concitata e i numerosi colpi di scena sono meno telefonati di quelli visti in precedenza. Mastandrea, con l’ausilio di una Miriam Leone sempre più inKANTevole, salva il film, infondendo al personaggio di Ginko una tridimensionalità che ce lo fa amare.
Lo spettatore infatti non può fare altro che empatizzare con lui domandandosi se, alla fine dei conti, Diabolik lo voglia prendere per davvero. Perché catturare il crudele ladro di Clerville significherebbe per Ginko rinunciare al suo principale scopo nella vita.
Si percepisce durante la visione l’amore viscerale che i registi di Ammore e malavita e Song’e Napule hanno messo nel realizzare quest’opera. La quale, al netto di qualche difetto, merita comunque la visione.
Sperando che il terzo ed ultimo capitolo di questa trilogia ritrovi la compattezza del primo, abbandonando la componente pulp che ha penalizzato questo secondo episodio. Ma ormai lo sappiamo, Diabolik non ha nessun problema a cambiare volto!.

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