Dopo il successo del film di Dino Risi Il Sorpasso, la popolarità di Jean-Louis Trintignant crebbe ancora di più. Il ruolo dello studente timido e pauroso che è quasi sequestrato da Bruno (Vittorio Gassman), uno scapestrato e rozzo uomo di mezz’età che lo convince ad andare con lui a Ferragosto, diede al francese la possibilità di farsi un uomo e costruire così la propria fama; quella da romantico e ingenuo ragazzo per bene che poi lo accompagnerà in molte opere italiane e straniere.
Nato a Piolenc in Francia l’undici dicembre del 1930, Trintignant iniziò a interessarsi giovanissimo al teatro. Durante gli anni cinquanta prese parte a molte commedie teatrali e piccole produzione cinematografiche e non ci volle molto perché il suo bell’aspetto venisse piano piano alla luce. Dopo alcuni film, venne riconosciuto presto come artista di fama internazionale, e richiesto anche all’estero. Ecco che la figura di un altro mostro sacro della commedia all’italiana come Dino risi subentrò quasi per caso nella sua vita di attore novello. «Cominciai il film (…) senza sapere chi sarebbe stato il compagno di Bruno Cortona: sapevo solo che doveva essere di piccola statura, biondo e, naturalmente, giovane.» In effetti, come dichiarò lo stesso Trintignant in un’intervista, la sua fu una scelta quasi casuale. Risi aveva inizialmente dato la parte dello studente a Jacques Perrin il quale, però, non poté prendere parte a tutte le riprese; così fu chiamata una controfigura che somigliasse a Perrin e si presentò Trintignant. «per me sconosciuto, Jean-Louis Trintignant. Lo vidi e dissi subito: è lui. Gentile, timido, educato, era il perfetto antagonista di Gassman.». Fu così che il film ebbe un enorme successo. La scena finale, la lunga strada tutta curve che si ripercuote negli occhi innocenti dello studente, ormai quasi ipnotizzato dalle parole del nuovo amico al volante, rende gli ultimissimi minuti della pellicola drammatici e grotteschi nello stesso momento. Quello che succederà segnerà la vita, già segnata di esperienze, di Bruno.
Nel 1966 partecipò al film di Claude Lelouch “Un uomo, una donna”, e continuò così fino a un altro successo, firmato stavolta Bernardo Bertolucci, anche lui a inizio carriera. “Il conformista” del 1970 è la storia del fascista Marcello Clerici assunto come agente segreto per avvicinare il professor Quadri, suo ex professore universitario, e ucciderlo per essere un noto antifascista, da qualche tempo controllato dal regime. Approfittando del suo viaggio di nozze con la giovane Giulia (Stefania Sandrelli), donna sciatta e ingenua, farà metà a Parigi, dove riuscirà a mettersi in contatto con il professore. Nel frattempo la sua determinazione inizia a calare, specie quando incontra Anna (Dominique Sanda), moglie di Quadri, con la quale inizia una sorta di tresca amorosa. Ovviamente lei, conoscendo il vero motivo della visita di Clerici al marito, sottostà al giovane solo per convincerlo a rinunciare. Allo stesso tempo, l’agente fascista Manganiello (Gastone Moschin), che pedinava Clerici, insiste perché lui porti il lavoro a termine. La coppia Quadri parte per il sud della Francia, in Savoia. Clerici e Manganiello li seguono fino all’imboscata già architettata per uccidere il professore. Nel momento in cui Clerici dovrà uccidere la giovane donna, si rifiuterà destando schifo e amarezza agli occhi di Manganiello. Tornato in Italia con la moglie, attenderà la fine della dittatura per mettersi in mezzo ad una folla allegra gridando alla libertà e al comunismo. Film che lascia le sue impronte specialmente sul volto di Trintignant, qui non più candido personaggio dal viso pulito ma viscido e sgradevole ometto della propaganda.

Altre parti che consolidarono la sua popolarità furono “Il deserto dei Tartari” assieme ad un ricco gruppo di colleghi famosi, tra cui i compatrioti Piccoli e Noiret, e “La donna della domenica” di Luigi Comencini e al fianco di Marcello Mastroianni. Partecipò in seguito all’ultimo film di Francois Truffaut “Finalmente Domenica!” e “La Terrazza”, una commedia diretta da Ettore Scola e suddivisa in vari episodi, che poi porteranno tutti alla cena in terrazza, con attori del calibro di Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Milena Vukotic e Stefania Sandrelli. All’inizio degli anni novanta la sua partecipazione cinematografica diminuì a causa di un incidente stradale che comportò seri motivi di salute. Riuscì comunque a superare il periodo buio della carriera, come a molti capita di avere, tornando a lavorare in successi come “Tre Colori-film rosso” di Kiéslowski, del 1994, o il più recente “Amour” di Michael Haneke, con il quale ha lavorato nel 2017 a un altro film, “Happy End”, in corsa al festival di Cannes.
Che dire di più? Coetaneo di Piccoli e Noiret, Jean-Louis Trintignant si è costruito nel corso degli anni una figura recitativa e filmica molto personale. Mescola lo charme francese a un più spontaneo modo di parlare, ma sempre spezzato da una punta di nevrotico ripensamento. E potrebbe essere questa una sua caratteristica che ritorna: una nevrosi controllata e dolce e un romantico affaire.
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