The Barber Shop, di Emilien Cancet e Gustavo Almenara, è uno dei corti presentati durante la rassegna del Malatesta Short Film Festival, nella sezione Documentary. Di produzione francese, girato nel 2016, racconta la storia di tre abitanti della giungla di Calais, la grande baraccopoli che con la grande crisi migratoria degli scorsi anni si era venuta a formare proprio all’ingresso dell’Eurotunnel.
I tre sono filmati mentre si sottopongono alle cure dei loro barbieri di fiducia. Barbieri che ovviamente hanno la loro bottega all’interno della giungla stessa. La baraccopoli si era infatti, nel tempo, costituita come una vera e propria città. In questo luogo migliaia di migranti si sono fermati per una tappa del loro viaggio verso l’Inghilterra, quella che per molti era ai tempi vista come una specie di terra promessa.
Tra la moltitudine di storie drammatiche che sicuramente affollavano quelle baracche, i registi di The Barber Shop ne hanno scelte tre in particolare. Non sono tre guerriglieri in fuga. Non vogliono invadere l’Europa. Non sono vigliacchi fuggiti dal confronto, a spese delle loro famiglie. Sono tre persone, la cui vita, normale e a tratti banale, ad un certo punto ha preso una piega negativa e si sono trovati costretti a scegliere tra la fuga e la morte.
Mentre raccontano il loro vissuto allo spettatore, questi li guarda mentre i loro capelli vengono acconciati e la loro barba rifilata da mani esperte. È un momento di quotidiana normalità che siamo tutti abituati a vivere. La cura del corpo ci prende ogni giorno del tempo, e ci fa sentire bene. Curarsi di se e del proprio corpo è un gesto semplice, quasi scontato, che però in certe condizioni assume un significato totalmente diverso. È una nuova via di fuga dalla realtà. È un momento di sano e positivo egoismo che restituisce quel pizzico di normalità a cui tutti prima o poi bramiamo.
Così, nonostante tutto, alla fine, i tre, guardandosi nello specchio per ammirare il lavoro del barbiere, non possono che dimenticare tutti i loro problemi e sorridere.
Un momento di pura semplicità, con la speranza di rituffarsi appieno nella semplicità della vita quotidiana.
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