Il pasto nudo – L’indigestione di un allucinato viaggio mentale

Il Pasto Nudo, pellicola del 1991, è diretta da David Cronenberg e interpretata da Peter Weller e Judy Davis.

Il Pasto Nudo, 1991, film diretto da David Cronenberg e tratto dal romanzo di William S. Burroughs. Con Peter Weller e Judy Davis.
Il Pasto Nudo

Qualche tempo fa, nei lontani anni cinquanta, quando la Beat Generation era nel pieno del suo splendore, un uomo, tale William S. Burroughs, se ne stava perennemente strafatto a vivere una vita che apparentemente sembrava indegna d’essere vissuta, sprecata, intrappolato in un’esistenza che non sarebbe servita a nulla.

Un uomo che sembrava non voler prendere verso. La pecora nera di una famiglia di ricchi. Un omosessuale che comunque convolò a nozze per ben due volte. Uxoricida, mantenuto a vita da dei genitori che si vergognavano di lui ma che comunque gli volevano bene. Un giorno, quest’uomo, sostenuto dal suo amico Jack Kerouac, diede vita ad un romanzo. Pasto nudo. Questo, più che un romanzo, è una raccolta di pensieri febbricitanti e allucinati. Messaggi sconnessi tra loro, dove protagonista è il tossicodipendente Lee, alter ego dello scrittore, con i suo pensieri deliranti.

Questo romanzo verrà preso in mano dal famoso e grandioso regista David Cronenberg. Fondendo elementi dell’opera con la vita stessa dello scrittore, condendo il tutto con il suo immancabile marchio di fabbrica fantascientifico con tratti noir e del genere horror, partorirà questo film disturbante quanto ipnotizzante, intitolato, appunto, Il pasto nudo.

La pellicola narra la storia di Bill Lee, uno sterminatore di insetti e scrittore dilettante. Sposato con Joan, una tossicodipendente che si fa di quella stessa polvere gialla che il marito utilizza per lavoro. Beccata in flagrante, questa tenterà il marito a provare la sostanza, che cederà cadendo anche lui nel vortice della dipendenza.

La vita continua indisturbata, ma un giorno Bill viene arrestato e portato via dalla polizia con l’accusa di possedere sostanze stupefacenti. E’ qui che inizia il suo viaggio allucinato. Qui prende contatto con un gigantesco insetto che gli rivela di come la moglie in realtà non sia umana. Questa, infatti, sarebbe una spia dell’interzone incorporated e, in quanto tale, deve essere uccisa.

Bill riduce a pezzi l’animale. Torna a casa e, in un evidente stato di alterazione, sollecita Joan a fuggire, confessandole di aver iniziato ad avere delle allucinazioni. Poco tempo dopo Bill realizza la missione comandatagli dall’insetto incontrato in commissariato, uccidendo erroneamente Joan. Proprio come fece Burroughs con sua moglie, simulando una scena del Guglielmo Tell.

Visibilmente scosso dall’evento, Bill fugge e si rifugia in un bar. Qui incontra uno strano mostro dall’aspetto umanoide, che gli comunica il passo successivo della missione:andare nell’Interzona per indagare su di una misteriosa organizzazione per un’altrettanta misteriosa organizzazione. Parte armato di una Clark Nova, una macchina da scrivere portatile, che si trasforma in un insetto parlante pronto ad aggiornarlo sulle mosse successive della sua missione.

Il Pasto Nudo, 1991, film diretto da David Cronenberg e tratto dal romanzo di William S. Burroughs. Con Peter Weller e Judy Davis.
Una scena de Il Pasto Nudo

All’interno del film sono lampanti i riferimenti alla vita dello scrittore stesso. Il nome della moglie, Joan, lo stesso nome della consorte di Burroughs e la stessa modalità di morte. La stessa presenza dello stato allucinatorio in cui l’autore scrisse il romanzo a Tangeri. La stessa professione, l’uso della droga, l’omosessualità e la sua negazione. Questi sono tutti elementi integranti della vita dell’autore di Pasto nudo che diventano anche espedienti per dare sfogo al gusto cronenberghiano.

L’opera e il suo adattamento cinematografico, con le revisioni fatte ad hoc dal regista, sono il materiale adatto per Cronenberg per esprimere se stesso e il suo stile. Un matrimonio combinato quanto perfetto, quello fra il regista e lo scrittore, che ha portato alla nascita di un figlioletto che prende materiale genetico da entrambi i lati.

Cronenberg sfrutta abilmente i temi burroughsiani facendoli suoi, regalandoci un film altamente disturbante. Specie negli anni più giovani, il regista canadese padre del Body Horror, trova espressione tramite il fantascientifico. Un elemento, questo, che assume naturalezza grazie all’espediente del viaggio sotto gli effetti allucinatori della droga. Tutto viene portato all’esagerazione sfociando nell’assurdo, provocando un senso di disagio nello spettatore senza però sembrare mai troppo.Il dialogo fra gli insetti e l’uomo, la comunione fra l’uomo e la macchina, la sessualità che ritorna in modo osceno e prepotente insieme all’omosessualità. Elementi esplorati sotto la luce più perversa possibile, che dall’imbarazzo ci portano al disgustoso. Queste sono tutte tematiche che ci parlano di un’urgenza espressiva sia da parte del regista che dell’autore e che ci narrano della violenza e della devianza dell’immaginazione.

Della sua potenza, della sua deformazione, del suo labile confine tra irreale e reale, dove è semplice smarrirsi.

“Ho smesso di scrivere a dieci anni, è troppo pericoloso” dirà all’inizio Bill divenendo manifesto della poetica del film.

La mente, lo scrivere, l’immaginare, sono prerogative che, parafrasando la celebre canzone Quattro Stracci di Guccini, possono portare male se non si sa bene come adoperarle. L’opera cinematografica di Cronenberg permette di vederlo ben bene, spalancando le porte di una terra senza confini e senza limiti, quella della fantasia. Qui diviene tutto possibile. Tutto ciò che è indicibile e tutto ciò che non è realizzabile riesce a prendere forma e concretezza, diventando parte di un’irreale realtà che si palesa davanti ai nostri occhi.

Non è più solo un viaggio mentale, è un viaggio reale nell’irreale, ma è anche un viaggio irreale nel reale. Non ci sono più confini e si arriva a chiedere se davvero questa non sia in qualche modo una verità. Un mondo fatto di mostri, di alieni, di creature deformi dall’aspetto umanoide. In questo mondo tripudia una sessualità perversa, fatta di scambi fra persone, macchine e insetti, un luogo dove l’indicibile diventa dicibile e l’inesistente diventa esistente. Una terra come un’altra, un posto dove è facile rimanere intrappolati.

Il film merita sicuramente una prima visione, sebbene necessiti di essere guardato più volte per essere compreso fino in fondo. In questo periodo, la pellicola è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.

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