L’arrivo del 2020 non ha segnato solamente l’inizio di un nuovo anno, bensì di un nuovo decennio. Questa circostanza mi ha fatto venire in mente un romanzo dove il primo momento chiave è un principio che dà vita a una trama incredibile e con cui Gabriel Garcia Marquez si è aggiudicato il Premio Nobel per la letteratura nel 1982: Cent’anni di solitudine.
La storia è ambientata nella città inventata di Macondo in un tempo indefinito, anche se si intuisce che si tratti del XX secolo, e narra le vicissitudini della famiglia Buendia. Il capostipite José Arcadio Buendia è il fondatore della città. A partire da questo momento il lettore assiste al succedersi di sette generazioni della famiglia in cui si ripetono principalmente due categorie di personaggi rappresentati dagli Aureliano e gli José Arcadio. I protagonisti si ritrovano coinvolti in guerre, intrighi amorosi e problemi all’interno di un’atmosfera magica, quasi spettrale. Il soggetto principale dell’opera è rivelato nel titolo: la solitudine affligge ogni personaggio e lo contraddistingue manifestandosi in modi sempre diversi, per esempio nella preferenza a investire il tempo in bizzarre invenzioni ignorando i propri cari e la quotidianità o nel sentimento di totale estraneità in relazione al resto del mondo. Nel romanzo il motivo della solitudine si trascina dietro altri temi come l’amore, la magia e soprattutto la morte che segue ogni singolo passo dei protagonisti.
La storia riesce ad avere su chi legge un effetto straordinario, esaltato anche grazie a uno stile di scrittura agitato, brillante ed estremamente accattivante. Impossibile non restare incollati alle pagine per immergersi nelle descrizioni delle varie vicende e viverle nei panni dei personaggi che sembrano prendere vita.
Dal mio punto di vista non potreste chiedere di meglio come prima lettura dell’anno: un’impostazione interessante, dei protagonisti affascinanti e una trama avvincente dall’inizio alla fine che ti fa cadere in un vortice di passione, paura e magia tanto da tradursi in un’esperienza tangibile e assolutamente indimenticabile.
Cent’anni di solitudine è uno di quei libri che devono per forza far parte della propria biblioteca personale e che ti fa venir voglia di consigliarlo continuamente e di esclamare “Io l’ho letto!” ogni volta che ti imbatti nella copertina in librerie o nelle occasioni più disparate. Godetevelo e vantatevi di averlo letto, perché è giusto così.
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