Il compianto filosofo italiano Remo Bodei a proposito dell’arrivismo ha detto: “La malattia morale dell’arrivismo, la smania, cioè, di arrivare a ogni costo, non rispettando alcuna legge, non tenendo conto di alcuno scrupolo, calpestando il buon diritto degli altri. L’arrivista cerca il potere, il danaro.”
Guido Tersilli (Alberto Sordi), protagonista del film Il medico della mutua, anche a causa delle continue pressioni della madre Celeste, interpretata da una straordinaria Nanda Primavera, è un giovane arrampicatore sociale della peggior specie scevro di qualsivoglia moralità. Dopo essersi laureato in medicina infatti il ragazzo si convenzionerà con la mutua allo scopo di guadagnare più soldi possibili al fine di realizzare il suo sogno, ovvero aprire uno studio medico a Roma.
Guido inizierà così una vera e propria caccia al mutuato durante la quale non esiterà a snobbare l’amorevole fidanzata Teresa (Sara Franchetti) e persino a fingere di innamorarsi della moglie di Carlo Bui (Franco Scandurra), un vecchio medico ormai morente, con il bieco intento di accaparrarsi tutti i suoi numerosi mutuati.
Luigi Zampa, vero e proprio maestro della commedia all’italiana, regista anche del film Una questione d’onore, mette alla berlina le falle del sistema sanitario italiano servendosi del sempre ineccepibile Alberto Sordi, suo attore feticcio. I due hanno infatti collaborato in film come Il vigile, Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, Ladro lui, ladra lei, L’arte di arrangiarsi, e Contestazione generale.
E chi meglio del nostro Albertone nazionale poteva interpretare questo mostro partorito da una società improntata al consumismo?!? Una società in cui si lucra anche sulla salute dei cittadini.
Guido Tersilli rappresenta proprio l’italiano medio per antonomasia in quanto risulta essere mammone, donnaiolo, cinico e qualunquista. La grandezza di Alberto Sordi, che grazie a questo ruolo ottenne il David di Donatello e il Globo d’oro come miglior attore protagonista, stava nel riuscire a fare amare al pubblico personaggi che nel quotidiano avrebbe disprezzato.
Il medico della mutua, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe D’Agata (che curò anche il soggetto del film), possiamo tranquillamente definirla come una commedia satirica che, uscita nelle sale italiane nel 1968, sbancò letteralmente i botteghini italiani (il film è stato il secondo maggior incasso della stagione cinematografica italiana 1968-69 con £3.032.637.000), tanto che l’anno successivo il regista Luciano Salce realizzò il sequel dal titolo Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue.
Al grande successo di questa opera, sceneggiata da Luigi Zampa, dal talentuoso Sergio Amidei e dallo stesso Sordi, contribuì anche la colonna sonora di Piero Piccioni con l’indimenticabile Samba fortuna, rimasta nell’immaginario collettivo di milioni di spettatori.
Pertinente con il lungometraggio in questione risulta essere il seguente aforisma sarcastico dell’indimenticato artista Groucho Marx: “L’ultima volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato male per un mese intero.”
In definitiva non si può proprio dire che il dott. Guido Tersilli abbia tenuto fede al giuramento di Ippocrate, possiamo invece affermare con convinzione che ha rispettato piuttosto lo spergiuramento di Ippocrate. Vi auguro buona visione constatando che bisogna essere prudenti nello scegliere il medico della mutua.
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