“E tu, tu la chiami guerra. E non sai che cos’è.” Voglio partire dai seguenti versi del celebre cantautore Fabrizio De André per parlarvi de La ciociara, capolavoro desichiano del 1960. La suddetta opera è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Alberto Moravia e vede come protagonista assoluta la divina Sophia Loren, la quale grazie a questo film si aggiudicò il premio Oscar come miglior attrice protagonista.
La ciociara si svolge a Roma nell’estate del 1943 durante la seconda guerra mondiale e racconta le vicissitudini di Cesira (Sophia Loren) e Rosetta (Eleonora Brown), una madre e una figlia che, per scampare al conflitto bellico, cercano rifugio in Ciociara, luogo natìo di Cesira. Durante il loro cammino incontrano Michele (Jean-Paul Belmondo), un intellettuale antifascista di cui Cesira si invaghisce. Successivamente, quando la guerra mostra il suo vero volto, vengono violentate sessualmente da un gruppo di soldati marocchini dell’esercito francese.
Vittorio De Sica, vero e proprio padre del neorealismo, realizza un’opera cruda e realistica che poggia sulle solide spalle di un’eccezionale Sophia Loren. L’attrice romana ci regala sequenze memorabili in cui non possiamo far altro che immedesimarsi con una donna che, come arma per fronteggiare la guerra, dispone dell’amore che nutre nei confronti della figlia. Rispetto ad altre pellicole neorealiste dirette da Vittorio De Sica come Ladri di biciclette e Umberto D., ne La ciociara il regista premio Oscar romanza maggiormente la storia consentendo alla sua Musa di essere ad oggi l’unica attrice italiana, assieme ad Anna Magnani, ad aver vinto l’ambita statuetta.
Vittorio De Sica & Sophia Loren diedero vita ad un fortunato sodalizio artistico che contribuí a rendere grande il cinema italiano all’estero. Film come Matrimonio all’italiana, Ieri, oggi, domani e I girasoli sono considerati ancora oggi dei veri e propri capolavori della Settima Arte. La Loren, dal canto suo, ha sempre incarnato in modo encomiabile la donna italiana impavida e solare dalla proverbiale bellezza mediterranea che ama la vita e dona tutta se stessa agli uomini, pretendendo a sua volta amore e rispetto.
Suo partner storico fu Marcello Mastroianni, con il quale ha dato vita a scene rimaste impresse nell’immaginario collettivo di milioni di italiani. Una su tutte quella del celebre spogliarello sulle note di Abat-jour in cui una sensuale ed arrendevole Loren in versione prostituta si spoglia lentamente innanzi ad un Mastroianni allupato ed impaziente. I due hanno avuto il grande merito di raccontare l’evoluzione della coppia italiana nel dopoguerra. Anni, questi, in cui l’Italia ha vissuto una vera e propria rivoluzione culturale e sessuale.
La ciociara prelude tutto questo e si prefissa di mostrare al pubblico che ognuno di noi ha già la propria battaglia quotidiana da fronteggiare. Non ne servono altre. Cesira nel corso del film a un certo punto esclamerà: “Che importa a noi della loro guerra?”. La donna infatti combatte solo per difendere la figlia da questa follia collettiva causata dal secondo conflitto mondiale. Molto significativo inoltre risulta essere il ruolo di Jean-Paul Belmondo. L’attore francese interpreta con grande zelo un idealista fermamente convinto delle sue idee avverse a quelle del regime.
Mi congedo con il seguente aforisma del celebre scrittore francese Victor Hugo, significativamente correlato a La ciociara di De Sica.“La madre è sublime perché è tutta istinto. L’istinto materno è divinamente animale.La madre non è donna, ma femmina.”
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