Il ladro di orchidee è un film girato nel 2003 da Spike Jonze e sceneggiato da Charlie Kaufman con protagonista Nicolas Cage. L’attore, per questa interpretazione, è stato candidato per l’Oscar al miglior attore protagonista.
Come ogni film di Charlie Kaufman (Essere Jhon Malkovich, Se mi lasci ti cancello,..) è difficile stabile di che genere si tratti. Il ladro di orchidee è un film davvero sui generis. Un’opera meta-cinematografica che riflette sul mondo degli sceneggiatori con una trama bizzarra e un finale davvero imprevedibile.
La trama di Il ladro di orchidee
Nicolas Cage interpreta Charlie Kaufman, uno sceneggiatore con problemi a relazionarsi con gli altri, in particolare con le donne, ossessionato dal suo aspetto e dalla sua perdita precoce di capelli.
Charlie è stimato nell’ambiente cinematografico per aver scritto la sceneggiatura di Essere Jhon Malkovich e ora deve occuparsi di adattare il libro Il ladro di orchidee scritto da Susan Orlean (interpretata da Meryl Streep che per la parte ha vinto un Golden Globe per la migliore attrice non protagonista).
Il film mostra parallelamente la storia della scrittrice e quella dello sceneggiatore.
Il libro di Susan narra la storia di Jhon Laroche. Un uomo amante delle orchidee che, apparentemente, si reca nelle paludi del Florida per prelevarne varie specie e farle riprodurre in serra, evitando così la loro estinzione. Susan inizia a collaborare con lui per avere maggiore ispirazione per il suo libro. Insieme si metteranno in cerca della cosiddetta orchidea fantasma, una specie rarissima.
Nel frattempo Charlie, che scrive tre anni dopo Susan, incontra notevoli difficoltà nell’adattare il libro. Lui dichiara di non voler trasformare quella meravigliosa opera che parla di fiori in un qualsiasi film con personaggi che evolvono affrontando una difficoltà dopo l’altra. Vuole realizzare un film che omaggi i fiori, dove non succede nulla.
Charlie inizia varie sceneggiature e le lascia incompiute. Intanto, suo fratello gemello Donald, interpretato sempre da Cage, decide di seguire le sue orme e scrivere una sceneggiatura. Il suo stile è molto diverso, gli piace il thriller, le uccisioni macabre e l’azione; tutto ciò che Charlie disprezza. Inoltre Donald partecipa a un corso di sceneggiatura tenuto da Robert McKee, scrittore e sceneggiatore di Hollywood. Charlie odia l’idea che uno sceneggiatore debba seguire un corso e, quindi, delle regole per creare le sue opere. Lo sceneggiatore deve essere libero di esprimere la propria arte.
Analisi di Il ladro di orchidee
Ci sarebbero davvero tante cose da dire su Il ladro di orchidee. In primis, i personaggi principali del film sono reali. Il protagonista è lo stesso sceneggiatore Charlie Kaufman. La scrittrice Susan Orlean è davvero l’autrice di un testo intitolato Il ladro di orchidee che narra la storia del vero Jhon Laroche, un orticoltore di Miami arrestato per bracconaggio di orchidee fantasma. Anche il personaggio di Robert McKee è realmente uno scrittore che tiene corsi e seminari di sceneggiatura.
Per quanto riguarda Donald Kaufman è un gemello immaginario che Kaufman non ha nella vita reale. Donald rappresenta una sorta di alter ego di Charlie, quello che rispetta le regole del genere e che vuole appassionare il suo pubblico con pallottole e scene d’azione. Un alter ego che prenderà il sopravvento su Charlie man mano che la sceneggiatura va avanti.
La locandina de Il ladro di orchidee
Un fatto da notare è che, sulla locandina del film, è indicato che la sceneggiatura è scritta da Charlie Kaufman e Donald Kaufman. Come se lo sceneggiatore volesse provocare ma anche sottolineare una sorta di sua doppia personalità. Infatti, all’inizio del film, sembra che Donald non esista nemmeno nella finzione cinematografica, sembra una proiezione di una possibile doppia personalità di Charlie. A farlo sospettare è anche il copione della sceneggiatura che Donald sta scrivendo, la quale parla, appunto, di un serial killer dalla personalità multipla.
Sempre sulla locandina del film si può leggere il sottotitolo: adattamento, che sottolinea che il film cerca di realizzare l’adattamento cinematografico del libro Il ladro di orchidee di Susan Orlean. Però la direzione che l’opera prenderà sarà tutt’altro che un adattamento.
Charlie Kaufman
Il film sembra mostrare il percorso mentale fatto dal vero Charlie Kaufman per realizzare il film, come se gli eventi narrati fossero la storia reale dello sceneggiatore. Le difficoltà incontrate da Charlie-personaggio sembrano rispecchiare quelle del Charlie-persona. E quindi mentre la sceneggiatura che Charlie-personaggio scrive dentro al film si allontana dall’omonimo libro, anche la sceneggiatura reale di Charlie-persona fa lo stesso.
E lo sceneggiatore sembra, così, rappresentare come lui stesso ha cercato di adattare un libro senza successo, finendo per raccontare una storia completamente immaginata.
In questo processo ci sono diverse cose da notare. Per esempio, Kaufman, nel film come nella vita reale, sembra essere combattuto sulla sua ispirazione. Da un parte è affascinato dai classici film hollywoodiani, dall’altra dice di disprezzarli e di non voler essere soggetto a nessuna regola. La sua libertà espressiva, effettivamente, è nota nell’ambiente cinematografico e lo ha fatto diventare famoso. I suoi film, dal primo all’ultimo, sono estremamente diversi dalle classiche americanate.
Sto pensando di finirla qui
Da Se mi lasci ti cancello che dopo 16 anni fa ancora parlare di sé, all’ultimissimo Sto pensando di finirla qui (2020) che, per chi non lo avesse ancora visto, potrebbe essere interessante, Kaufman si è sempre distinto per delle sceneggiature sofisticate.
In Sto pensando di finirla qui sembrano quasi realizzate le idee che Charlie-personaggio esprime in Il ladro di orchidee. Ovvero l’idea che i personaggi non devono necessariamente evolvere, perchè questo nella vita reale non accade, e l’idea che i protagonisti non devono necessariamente affrontare mille pericoli perchè nella vita reale non succede mai nulla. Sto pensando di finirla qui è esattamente questo: un film in cui per 2 e un quarto non succede nulla, almeno nulla di concreto perchè l’azione è tutta mentale. Un film in cui il protagonista non evolve; anzi, è bloccato nella rappresentazione ossessiva del suo passato e delle occasioni sprecate.
Il finale di Il ladro di orchidee
In Il ladro di orchidee, invece, il protagonista evolve eccome e affronta difficoltà e pericoli da film d’azione, ma non senza una certa dose di ironia. Infatti, Charlie-personaggio, per trovare l’ispirazione per scrivere la sua sceneggiatura, si fa convincere dal fratello gemello a seguire Susan Orlean in Florida. Qui, i due la vedono intrattenere relazioni sessuali extraconiugali con Jhon Laroche. Ma non solo, l’uomo in realtà non vuole salvare le orchidee, ma ha un commercio di droga estratta da questi fiori e Susan, a quanto pare, è diventata una tossico-dipendente. Ci sarà un inseguimento nella selva e uno scontro armato tra i due gemelli da una parte e i due amanti dall’altra.
Ovviamente nulla fa credere che gli avvenimenti siano realmente accaduti a Charlie-persona. Piuttosto, essi rappresentano l’estremo della sua follia creativa piegata al volere delle grandi case cinematografiche. L’azione e l’inverosimiglianza è ciò che vende, e, quindi, ciò che attrae l’attenzione persino di Charlie Kaufman-persona che, da una parte vorrebbe solo arrendersi a ciò che la sua sensibilità di artista gli suggerisce, ma dall’altra è attratto dal richiamo di ciò che vende facile.
Tuttavia il film Il ladro di orchidee nasconde, come accennato, una certa ironia. Il finale è narrato come qualcosa di assurdo che fa venire il dubbio allo spettatore che forse si tratti di un sogno del protagonista o qualcosa di simile. Alla fine sembra che Il ladro di orchidee si trasformi in un altro film, che poco c’entra con ciò che è stato narrato fino a quel momento e con la delicatezza della scrittura del libro che si cerca di adattare.
Sembra che lo sceneggiatore stia dicendo al pubblico che ha, alla fine, scritto una sceneggiatura commerciale, ma che essa è ridicola perchè narra eventi che raramente accadono nella vita reale. Per aumentare l’allusione al cinema “industriale” Kaufman-persona inserisce nel film anche la pornografia. Infatti Jhon Laroche, dopo essere stato processato per furto di piante protette dalle riserve dello stato, apre un sito pornografico.
E’ evidente una sorta di paura di cadere nel clichè cinematografico che si trasforma in una lotta, sia di Kaufman-personaggio che di Kaufman-persona, contro sè stesso. Questa sensazione è presente anche nelle scene relative al corso di sceneggiatura di Robert McKee. Lo sceneggiatore, al contrario di Kaufman, sostiene che nella vita reale succedano un sacco di cose, continuamente, e che il cinema deve metterle in mostra. Un film che non rappresenta avvenimenti importanti fa sprecare due ore al suo spettatore. Kaufman-persona evidentemente non è d’accordo con questo e da sempre realizza un cinema in cui c’è si azione, ma non fisica, quanto emotiva e mentale.
McKee inoltre, tra le altre cose, afferma che uno sceneggiatore non deve mai usare le voci fuori campo e il deus ex machina perché sono stratagemmi facili per un pubblico stupido. Ma Kaufman adora le voci fuori campo e tutto il film sarà trainato da i pensieri di Charlie fuori campo.
Conclusioni su Il ladro di orchidee
Il ladro di orchidee è un film che può apparire deludente se non ci si ferma un attimo a riflettere sul suo significato. Ma, analizzandolo è davvero ricco di spunti.
Il ladro di orchidee è una vera e propria dichiarazioni di intenti da parte dello sceneggiatore. E’ come se Kaufman dicesse di aver provato a fare un film come dettano le regole di Hollywood ma, così facendo, è venuta fuori solo una schifezza, assolutamente non in grado di rappresentare la delicatezza dell’omonimo libro. E quel sottotitolo adattamento si trasforma in un’ulteriore provocazione: il film adatta il libro al cinema commerciale. Il proposito di fare un film sui fiori è completamente accantonato.
Le orchidee sono un’entità talmente raffinata, e con esse la scrittura di Susan Orlean, che il cinema non può omaggiarle, se non facendo un film fuori dagli standard.
Per tornare alla locandina, su di esse compare anche la scritta L’ispirazione è un fiore raro. Si chiude così il cerchio, l’orchidea fantasma che Susan e John cercano è metafora dell’ispirazione. Susan l’ha trovata e l’ha messa nel suo libro. Kaufman-persona finge di non averla trovata e di essersi arreso alle regole di chi non scrive liberamente.
Ma nella scena finale, Il ladro di orchidee svela tutta la sua ironia. Dopo quasi due ore in cui Charlie-personaggio afferma di voler fare un film sulle orchidee ma di fatto esse non si sono ancora viste, il film si conclude inquadrando dei fiori gialli mossi dal vento. Come interpretarlo? Forse Kaufman-persona vuole dire che il suo film non è come un’orchidea fantasma ma, corrotto dalle regole del mercato, è un semplice fiore giallo.
Ovviamente, non è così e Il ladro di orchidee è un film strabiliante e unico, assolutamente da vedere. Forse una delle opere meglio riuscite di Charlie Kaufman; sicuramente la più provocante.
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