Uscito in Italia con il titolo Per favore non toccate le vecchiette, The Producers (1967) è considerato come il film in cui per la prima volta si instaura la fortunata collaborazione artistica e umana fra Mel Brooks e Gene Wilder. Eppure, sulle teste di questi allora giovani artisti, pende la figura imponente di uno dei più grandi comici del teatro newyorchese, Zero Mostel, che nella pellicola ricopre il ruolo principale.
Brooks, qui alla sua prima esperienza da regista dopo una gavetta da cabarettista e in televisione, dirige l’amico Wilder in una commedia che è diventata con il tempo un pilastro della comicità americana; simbolo di un humor tagliente e grottesco che nasce dal ghetto, luogo di provenienza di Brooks, di Wilder, di Mostel e di tutti gli altri interpreti, come Woody Allen, che hanno rivoluzionato la maniera di far ridere. Mostel, in questo caso, rappresenta una delle stelle più celebri del panorama teatrale di Broadway, luogo dove si ritrovò a lavorare per molti anni in opere drammatiche, in commedie e musical di successo come Fiddler on the Roof, Il violinista sul tetto, nel quale interpretava il personaggio di Tevye.
The Producers – La trama
Il vecchio Max Bialystock (Mostel) è un ex produttore teatrale caduto in rovina che per poter tirare avanti e allestire i suoi spettacoli adesca vecchie signore in cambio di pochi spiccioli. Ma ecco che le cose cambiano improvvisamente quando incontra il nevrotico contabile Leo Bloom (Gene Wilder). Bloom, mentre sta controllando le sue finanze, non volendo dà a Max un’idea per poter riemergere e tornare ad essere il potente produttore che era un tempo.
Il giovane contabile, infatti, afferma che un produttore disonesto potrebbe guadagnare di più da un fiasco che da uno spettacolo di successo. Se il produttore incassa molti soldi per la produzione ma ne impiega solo una piccola parte, intascherà le restanti finanze e, visto il misero guadagno, dovrà restituire solo una piccola parte del denaro ai suoi finanziatori.
Max, convinto che il piano possa funzionare, riesce a convincere Bloom in questa illecita impresa allestendo un’orrenda opera teatrale di cattivo gusto intitolata Springtime for Hitler, scritta da un ex nazista emigrato negli Stati Uniti chiamato Franz Liebkind (Kenneth Mars). I due, grazie al solito escamotage delle vecchie signore, racimolano un 1.000.000 di dollari, certi che l’opera sarà un fiasco. E invece, alla prima, nonostante lo stupore iniziale del pubblico inorridito, la commedia raggiunge un incredibile e inaspettato successo.
Max e Leo, per paura di essere scoperti, dopo essere stati attaccati a colpi di pistola da un furibondo Franz, che cercava la sua vendetta per ciò che avevano fatto alla sua opera, imbottiscono il teatro di dinamite per sabotare lo spettacolo. Tuttavia, a causa della loro maldestrezza, finiscono per farsi saltare in aria venendo in un secondo momento arrestati.
Un dramma travestito da commedia
Come il componimento di Liebkind, privato della sua natura drammatica, anche il film di Brooks è una commedia grottesca che nasconde, però, un alone di tragedia e ingiustizia. È proprio nello spietato ambiente del teatro, quello della Grande Mela in particolar modo, che la storia di Brooks prende vita. Fra le vie di Broadway e gli studi di grandi produttori, il regista di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Alta tensione e Che vita da cani! analizza da vicina questo mondo in cui, nonostante tutto, è sempre difficile restare a galla.
The Producers, è in realtà un dramma; la storia di un vecchio produttore teatrale che per racimolare qualche soldo si vede costretto a ingraziarsi vecchie signore della medio-alta società per poter sopravvivere. È proprio da questo particolare che il titolo italiano prende spunto. Grazie a una sceneggiatura intelligente, Brooks trasforma la disgrazia di un poveraccio in una farsa davvero imperdibile;e lo fa grazie alle interpretazioni di due brillanti attori che in questo preciso momento sembrano passarsi il famoso testimone.
Da una parte, infatti, c’è Mostel, il vecchio teatro e anche la saggia e antica cultura ebraica che cede il passo a Gene Wilder; semplicemente uno dei più amati attori di sempre. Indimenticabile sarà il suo Frankenstein, eppure la carriera di Wilder parte proprio da questo film e da quel meraviglioso personaggio che è Leo Bloom. Timido e paranoico, il magro Bloom è l’antitesi del grasso Bialystock. Quest’ultimo, sebbene il piano criminale, aiuterà il giovane contabile ad uscire dal suo guscio e ad abbracciare in pieno la vita.
L’aiuto di Peter Sellers e l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale
The Producers è tutt’ora un cult storico, che ha davvero fatto breccia nel cinema statunitense e non solo. Eppure, proprio nel momento della sua uscita, il film di Brooks rischiò di non vedere la luce a causa del produttore della pellicola Joseph E. Levine. Questi, dati i toni grotteschi e provocatori della pellicola, bloccò la distribuzione del film. L’aiuto venne da un altro rinomato innovatore della commedia, Peter Sellers; l’attore inglese, dopo aver visto la pellicola ed esserne rimasto catturato, convinse il produttore a distribuirla.
Questo portò ad un successo immediato al botteghino e al trionfo anche nel resto del mondo. Nel 1969, inoltre, The Producers, dopo aver ricevuto due nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior attore non protagonista a Gene Wilder, si aggiudicò la statuetta per la miglior sceneggiatura originale. Mel Brooks dopo aver ricevuto il premio da Frank Sinatra e Don Rickels, disse: “Voglio ringraziare l’accademia (academy) delle arti, delle scienze e dei soldi per questo meraviglioso premio. Voglio solo dire ciò che c’è nel mio cuore; il colpo, il colpo, il colpo, il colpo…. Voglio ringraziare Zero Mostel. Voglio inoltre ringraziare Gene Wilder. Voglio inoltre ringraziare Gene Wilder. Voglio inoltre ringraziare Gene Wilder”.
The Producers il musical di Brooks e il remake del 2005
A distanza di 34 anni, nel 2001 The Producer divenne un musical, adattato dallo stesso Brooks, che ottenne un enorme successo; riproposto in Italia grazie all’interessamento di Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi. Nel 2005 uscì un remake del film interpretato stavolta da Nathan Lane nei panni di Max Bialystock, Matthew Broderick come Leo Bloom, Uma Thurman nel ruolo della bella segretaria Ulla, e Will Ferrell in quello di Franz Liebkind.
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