Zuckerberg 2020

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Mark Zuckerberg nel 2004 lanciava thefacebook.com mentre Cameron Winklevoss, Tyler Winklevoss, e Divya Narendra pensavano stesse lavorando per sviluppare la loro idea: HarvardConnection.com.

Nel 2012 Facebook raggiunse il miliardo di utenti registrati.

A dicembre 2016 gli utenti attivi sul social sono stati 1 miliardo e 860 milioni.

Numeri impressionanti, soprattutto se si pensa che negli anni il ruolo di Facebook nella vita quotidiana è diventato sempre più importante. Su Facebook ci si informa, le istituzioni comunicano con i cittadini, si rimane in contatto con la propria famiglia e si organizza anche la vita della comunità. Fuori da Facebook sembra non esserci vita. Persino la vita politica italiana sembra avere il suo nucleo sul social. Da Matteo Renzi con i suoi #MatteoRisponde a Matteo Salvini con i suoi post ad effetto con parole in maiuscolo e domande sul pranzo degli italiani. Dal Movimento 5 Stelle che fa di Facebook il mezzo per la diffusione del Verbo a Sinistra Italiana che lancia sondaggi per il puro gusti di perderli nel vero spirito della miglior sinistra italiana di un tempo. Solo D’Alema è fuori da questo circolo sociale, ma a lui interessa solo creare caos.

Facebook è una piattaforma fenomenale se sfruttata bene dal punto di vista politica. Permette una comunicazione paritaria che avvicina il leader alla base. È stata però accusata di favorire la diffusione di notizie inventate che danneggiano le varie competizioni elettorali. Facebook si è però subito attivato. Appena il problema delle fake news ha assunto una rilevanza notevole. Giornalisti incaricati di verificare le fonti delle notizie che compaiono nei feed del social entreranno così a far parte del team di Facebook. L’utente sarà poi avvisato dell’affidabilità della notizia. Una grande responsabilità che si accompagna ad un grande potere.

Un potere enorme che appartiene ad una società privata. Una società privata che finanzia progetti di sviluppo, campagne in favore dei diritti civili, ma che possiede i dati di quasi 2 miliardi di persone su tutto il mondo. Mark Zuckerberg poi, poco dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, ha deciso di attraversare tutti i cinquanta stati della federazione nel 2017 per conoscere meglio il paese. Facebook non si è mai schierato politicamente, ma questo viaggio del suo presidente sembra quasi una dichiarazione d’intenti per il lancio di una campagna elettorale, mirata alla presidenza degli Stati Uniti.  Zuckerberg 2020. Infatti Mark non visiterà solo campus universitari, dirigenti d’impresa o politici, ma anche persone  comuni. Persone come gli elettori di Trump ai quali si è presentato per cena qualche giorno fa, per discutere delle loro idee politiche ma anche del loro lavoro e della vita di tutti i giorni.

Una discesa in politica di Zuckerberg aprirebbe però molti dilemmi etici. Se ne sono fatti per Berlusconi, proprietario di una buona parte dei media italiani, che in confronto al creatore di Facebook è il nulla. Metà degli americani è su Facebook, come un terzo degli abitanti del mondo. Una sua discesa in campo non può che preoccupare. Per quanto possa essere animato da buone intenzioni il suo ruolo per lo meno animerebbe molti dubbi sull’imparzialità di Facebook. Viene difficile credere che in una campagna elettorale Zuckerberg non usi il suo social network per farsi pubblicità. Anche non censurasse i suoi avversari, quest’ultimi dovrebbero pagarlo per sfruttare Facebook per la loro campagna elettorale. Un conflitto d’interessi non da poco. La diffusione gratuita è infatti limitatissima, e chi ha o ha avuto una pagina Facebook lo sa bene. D’altronde è su questo che fonda il suo successo economico.

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Comunque il tema è serio e probabilmente in un futuro anche prossimo dovrà essere affrontato. Anche non scendesse in politica nelle mani di Zuckerberg ci sarebbe un potere non da poco. Infatti molti governi già si stanno muovendo per trattare con Facebook le linee guida affinché rimanga una piattaforma neutrale e che, nello stesso tempo, non si trasformi in un luogo dove sfogare i più bassi impulsi umani.

Nell’attesa fatevi anche Twitter. Giusto per sicurezza!


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