Manuale d'amore (2005)

Manuale d’amore – Il vademecum dei sentimenti firmato Giovanni Veronesi

Il compianto regista italiano Alessandro Blasetti nel 1952 realizzò Altri tempi, un film composto da nove episodi che raccontavano uno spaccato della società italiana del XIX° secolo. La suddetta opera, interpretata da autentici assi del nostro cinema come il compianto Aldo Fabrizi, Arnoldo Foà, Amedeo Nazzari, Vittorio Caprioli, Guido Celano, Paolo Stoppa, l’intramontabile Gina Lollobrigida e il maestro Vittorio De Sica, fu precorritrice del cosiddetto cinema ad episodi, una vera e propria rivoluzione nel mondo della settima arte italiana.

Questa invenzione nostrana ebbe il suo periodo di massima fertilità a cavallo tra gli anni ’50 e ’80, quando autorevoli registi del calibro di Dino Risi, Mario Monicelli e Vittorio De Sica diedero vita a pellicole come I mostri, Vedo nudo, Signore e signori, buonanotte e L’oro di Napoli; autentici cult rimasti impressi nell’immaginario collettivo di milioni di persone.

Manuale d’amore è un film ad episodi del 2005 diretto dal regista Giovanni Veronesi che riunisce un cast all star al fine di realizzare un vero e proprio vademecum su un sentimento che, citando il poeta inglese William Shakespeare, “non guarda con gli occhi ma con l’anima.” Silvio Muccino, Jasmine Trinca, Carlo Verdone, Luciana Littizzetto, Sergio Rubini, Margherita Buy e tanti altri sono i protagonisti di quattro episodi che raccontano l’amore in tutte le sue sfaccettature.

Il regista di Italians (2009), coadiuvato in fase di sceneggiatura dal fido Ugo Chiti, riesce a trovare il giusto connubio tra risate e romanticismo dando vita ad un’esilarante commedia all’italiana ricca di poesia. Manuale d’amore ha sbancato letteralmente i botteghini italiani arrivando ad incassare la ragguardevole cifra di  €14.018.000, tanto che lo stesso Giovanni Veronesi negli anni successivi ha diretto i due sequel Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi (2007) e Manuale d’amore 3 (2011)in cui ha raccontato con la consueta ironia ulteriori stadi dell’amore.

Il primo capitolo di questa redditizia e amata trilogia ha fatto incetta di premi e nomination permettendo a Carlo Verdone e a Margherita Buy di aggiudicarsi il David di Donatello come miglior attori non protagonisti. Silvio Muccino e Jasmine Trinca incarnano con grande talento la nascita dell’amore. I due mostri sacri Sergio Rubini e Margherita Buy invece danno vita ad alterchi memorabili interpretando una coppia di coniugi arrivata alla fine del loro rapporto, mentre un’esilarante Luciana Littizzetto si cala con maestria nei panni di una donna accecata dalla rabbia nei confronti del marito fedifrago.

Nell’ultimo episodio si parla invece di Goffredo (Carlo Verdone), un uomo di mezza età abbandonato dalla moglie. Verdone suggella tutto il suo inestimabile talento dando vita a sequenze dal forte pathos. La scena in cui si trova sulla spiaggia e ammette a se stesso di non essere così forte da decidere di smettere di amare una persona è da antologia e riesce a toccare le corde profonde dell’animo umano.

Mi congedo con il seguente aforisma del celebre e indimenticato filosofo britannico Bertrand Russell, significativamente correlato al significato intrinseco di Manuale d’amore: “Temere l’amore è temere la vita, e chi ha paura della vita è già morto per tre quarti.”


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