Ecco i dieci film sull’Irlanda da vedere almeno una volta nella vita, giusto per farsi venire la voglia di comprare il primo biglietto aereo e precipitarvisi.
Sappiamo tutto della verde isola di smeraldo. Anche chi non c’è mai stato, sa di cosa stiamo parlando. Almeno una volta è rimasto affascinato a pensare all’isola di smeraldo, alla Guinness, alle verdi praterie e ai loro rossi e allegri abitanti.
Il cinema, poi, ha dato nel corso degli anni infiniti spunti per innamorarsi di quella terra fredda ma intrigante al tempo stesso. Ostile ma calda, come se la si conoscesse come le nostre tasche. Tuttavia non basta vedere i film: l’Irlanda merita di essere vissuta. E anche se il Coronavirus per il momento blocchi questo desiderio, non disperate: l’isola di Beckett, di James Joyce e dei leprecauni non fugge mica!
Ecco a voi la nostra lista.
#1 L’uomo di Aran (1934)
Per chi non avesse mai visto il classico di Robert J. Flaherty, ne conosce per forza il nome. Per noi scherzosi e ironici Italiani infatti, la storia dei pescatori delle isole di Aran ha accresciuto ancora di più la sua fama grazie a Paolo Villaggio che, ne Il secondo tragico Fantozzi, lo accosta ai temutissimi film d’arte della collezione privata del potente Professor Guidobaldo Maria Riccardelli.
“In vent’anni Fantozzi ha veduto e riveduto: Dies Irae di Carlo Teodoro Dreyer. Sei ore. L’uomo di Aran, di Flaherty. Nove tempi. Ma soprattutto il più classico dei classici… La Corazzata Kotiomkin, diciotto bobine!”.
Naturalmente il classico di questo regista non dura nove ore come vuol farci credere il ragionier Fantozzi, bensì 77 minuti. Minuti in cui la poetica del film si riversa in noi grazie alla vicenda pseudo documentaristica della famiglia di pescatori.
#2 Un uomo tranquillo (1952)
John Ford, regista di classici western, lascia le praterie dell’Ovest americano per sbarcare in un piccolo villaggio d’Irlanda. Qui, un diverso John Wayne è il signor Sean Thornton, che torna dagli Stati Uniti a Innisfree per ritrovare le sue radici e la sua tranquillità.
Tornerà a rivivere la sua Irlanda e a dare la caccia a donne di pelo rosse: dure e non facili, proprio come gli uomini. Un uomo tranquillo (A Quiet Man) è un classico della commedia americana purtroppo non invecchiato benissimo, ma è sempre una goduria vedere il buon vecchio Wayne vestito da uomo civile.
#3 Barry Lyndon (1975)
Con Ryan O’Neal e Marisa Berenson, Barry Lyndon è uno dei capolavori di Stanley Kubrick, nonché uno dei film più sublimi per quanto riguarda lo stile e la fotografia.
L’Irlanda del 1700, in cui si apre la storia, fa da sfondo alla giovinezza del frenetico e passionale Redmond Barry, che proprio nella sua terra natia inizierà la sua straordinaria e anche tragica avventura. Avventura che lo porterà a girare per mezza Europa, prima di tornare sull’isola.
#4 Il mio piede sinistro (1987)
La storia del poeta e pittore irlandese Christy Brown raccontata attraverso la magnifica e sofferta recitazione di Daniel Day-Lewis e la regia di Jim Sheridan.
Christy, nato con una malattia che lo rende paraplegico, comincia a poco a poco a controllare l’unica parte del suo corpo che non è paralizzata: il piede sinistro. Con l’unico arto a disposizione, Christy diventerà un pittore e un grande scrittore.
Incredibile ma vero.
#5 Nel nome del padre (1993)
Firmato anche stavolta da Jim Sheridan, Nel nome del padre è tratto dal romanzo Proved Innocent e dalla vera storia dell’irlandese Gerry Conlon, accusato di essere stato, assieme ad altri due ragazzi e suo padre Giovanni, uno degli attentatori dell’Ira ad aver fatto esplodere un pub a Guildford, in Inghilterra.
I ragazzi di Guildford furono infatti soprannominati i quattro. Solo dopo anni di lunga prigionia, di processi e sevizie Conlon fu veramente un uomo libero ma soprattutto innocente.
Sheridan gioca ancora una volta la carta vincente, Day-Lewis, vincendo l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel film anche Pete Postlethwaite ed Emma Thompson, nel ruolo dell’avvocato.
#6 The Boxer (1997)
Ancora Jim Sheridan, ancora Daniel Day-Lewis. Sempre l’Ira e l’Irlanda del nord. A Belfast, in un momento di apparente pace fra cattolici e protestanti, l’ex pugile Danny Flynn, esce di prigione e torna nella sua vecchia palestra per poter riprendere ad allenarsi.
Aiutato dal vecchio compare ubriacone Ike rimette in piedi la vecchia palestra per poter concretizzare finalmente l’unione tra le due parti della città, prima nemiche. Il suo ritorno riaccende l’amore nei confronti di Maggie, figlia del boss cattolico Joe Hamill.
Assieme a Daniel Day-Lewis ci sono Brian Cox, Emily Watson e Ken Stott.
#7 Le ceneri di Angela (1999)
Probabilmente una delle pellicole più tragiche e tristi della storia del cinema. Tratto dal romanzo autobiografico di Francis McCourt, Alan Parker mette in scena la storia straziante di un bambino che, nato all’inizio del ‘900 negli Stati Uniti, è costretto a lasciare la terra delle opportunità per tornare con la famiglia in Irlanda. Più precisamente a Limerick, la città più cattolica del paese.
Qui, soffre la povertà, la morte dei suoi fratellini, le ubriacature di suo padre, i pianti della madre, i castighi da parte dei professori che lo educano ad essere un vero irlandese e il pericolo costante di morte da consunzione.
#8 Gangs of New York (2002)
Cult di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, Daniel Day-Lewis, Liam Neeson e Brendan Gleeson, dove l’Irlanda, benché non la si veda mai, la si può toccare e vivere attraverso i racconti del burbero Monk e i disprezzi del Macellaio.
“Il settimo giorno il Signore si riposò, ma prima di riposarsi si accovacciò fuori dalle sponde di Inghilterra e quello che defecò… fu l’Irlanda! Senza offesa figliolo”
Nella New York di metà Ottocento si deve stabilire chi debba comandare sui five points: se i Conigli Morti, comandati dall’irlandese Vallon, o i Nativi, il cui capo è lo spietato Bill il Macellaio. Lo scontro porta proprio Bill a vincere sui nemici e ad uccidere Vallon. Tuttavia, suo figlio Amsterdam, tornerà a five points dopo anni per reclamare la sua vendetta.
#9 The Guard (2011)
Film tragicomico diretto da John Michael McDonagh, fratello maggiore del più noto regista Martin. A Connemara, il sergente Gerry Boyle (Brendan Gleeson) è quello che si può definire un uomo alquanto strampalato.
Non avendo le buone maniere del poliziotto convenzionale, porta avanti le sue indagini su un omicidio e su un possibile smercio di cocaina a modo suo. Film che ha stracciato il record di incassi in tutta Irlanda, fino ad allora detenuto dal film Il vento che accarezza l’erba.
#10 Rosie (2018)
Nella Dublino dei nostri giorni, una famiglia non riesce a trovare un posto dove poter abitare a causa del prezzo in aumento delle case e la possibilità di un tetto per tutti. Per questo Rosie (Sarah Greene) cercherà in tutti i modi un posto per i suoi figli e suo marito John Paul, che nel frattempo è costretto a lavorare più di quanto dovrebbe per mantenere la sua famiglia.
Opera del regista Paddy Breathnach sull’Irlanda odierna che dall’horror in Shrooms passa ad un film di puro dramma.
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